Alvaro Morata, intervistato ai microfoni di “Abc“, ha colto l’occasione per raccontare il suo momento complicato attraversato nel corso della scorsa stagione con la maglia del Chelsea. Un periodo cupo e complicato, risolto grazie all’aiuto della moglie Alice e di uno psicologo. “Noi calciatori non siamo dei robot”. Un pensiero di un ragazzo di 25 anni, pronto a ripartire dopo la delusione Mondiale. Forse proprio la mancata convocazione alla manifestazione mondiale ha ridato voglia di vendetta e rivalsa all’attaccante spagnolo.
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L’attaccante ha così ammesso: “Non è facile, non ci vuole una settimana o due per riprenderti. Quando un calciatore sente quella parola si tira indietro, ma io mi sono reso conto che avevo bisogno di aiuto. In estate mi sono detto che forse sarebbe stato meglio andarsene dal Chelsea, trovare una squadra dove le pressioni erano di meno. Pensavo che così avrei ritrovato la felicità. Improvvisamente mi sono ritrovato in un buco nero, non mi sentivo amato dai tifosi, la gente mi incontrava per strada e mi diceva di lasciare il Chelsea”.
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