CONFERENZA STAMPA SARRI- Ci siamo, è arrivato il Sarriday. Cresce l’attesa per la presentazione ufficiale di Maurizio Sarri come nuovo allenatore della Juventus. Il tecnico bianconero, atterrato a Torino nella giornata di ieri, è pronto a rispondere alle domande dei giornalisti nel suo primo atto della nuova avventura alla Juventus. Come detto, l’ex Chelsea è atterrato a Torino nella giornata di ieri con volo privato.
Camicia blu, pantaloni verdi e scarpe bianche: addio definitivo alla tuta? C’è grande attesa anche per capire quale outfit sceglierà il tecnico toscano per la sua presentazione in bianconero. Sarri risponderà alle domande dei giornalisti e svelerà alcuni retroscena sulla trattativa, o magari sul prossimo mercato. Non mancheranno sicuramente le domande con chiaro riferimento al Napoli e alla sua precedente avventura sulla panchina partenopea.
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Juventus, conferenza stampa Sarri
SUGLI OBIETTIVI- “Bisogna avere le idee chaire sul percorso. Tre anni fa arrivo a Napoli e do tutto. Da bambino ero tifoso del Napoli. Negli ultimi mesi a Napoli ho un dubbio, che è quello tra l’affetto che provavo e la parte più logica di me stesso che mi diceva che il percorso fosse chiuso. Il dubbio era mio e quindi eo io che non stavo dando delle risposte. A quel punto ho avuto offerte importanti anche in Italia, ma ho preferito andare all’estero prima. La Premier è stata un’esperienza bellissima, ma poi ho sentito il bisogno di tornare in Italia e l’opportunità me l’ha offerta il club più importante d’Italia. E’ il coronamento di una carriera lunghissima che nell’80% è stata anche difficilissima. Penso di aver rispettato tutti e nell’ultima parte dovevo rispettare anche il mio percorso”
SUL MODULO- “Penso che non si può partire dal modulo. Bisogna avere le idee chiare su quali sono i 2-3 giocatori che possono fare la differenza e adeaguare il modulo su di loro. Prima devo parlare con loro. Ho fatto diversi moduli nella mia carriera, al Chelsea dovevo accompagnare le caratteristiche di Hazard. Partiamo dalle caratt degi giocatori. Partiamo da chi può farci fare la differenza, accompagnamoli e il modulo sarà una conseguenza”.
SULL’ARRIVO ALLA JUVE -“Non è che passo dai dilettanti alla Juve. E’ un percorso lungo. Mi fa piacere essere qui. Mi dà emozione essere qui, ma il percorso è lungo e fatto di passi. Arrivo dal Chelsea, altro grande club chiaramente con meno storia della Juve. Lo ritengo un ulteriore passo in avanti. L’emozione c’è ed è forte, ma non è quella di un allenatore che arriva dai dilettanti”.
SU RONALDO–“E’ un escalation anche sotto questo punto di vista. Negli ultim ianni ho allenato giocatori forti anche al Chelsea. Quisi va al top mondiale. E’ un ragazzo che ha quasi tutti i record del calcio mondiale. Mi paicerebbe fargliene battere altri. Mi piacerebbe incidere in questo”
SUL MODULO E SU CR7- DYBALA- “Un giocatore con le loro qualità può giocare in qualsiasi ruolo. Può cambiare l’interpretazione del ruolo. Come vincere? Io ho vinto poco o comunque in categorie più basse. Penso che l’obiettivo di divertirsi in campo possa conciliarsi con le vittorie”.
SUL PROSSIMO MATCH CONTRO IL NAPOLI– “Se riceverò applausi sarà una manifestazione d’amore. Se riceverò fischi, sarà comunque una manifestazione d’amore. Io al Napoli ho fatto tutto quello che potevo fare, ho dato tutto me stesso. Ho combattuto con la sciabola in mano. Poi tutte le storie finiscono, sono andato all’estero, ma ora devo rispettare la mia professione. Si è presentata la miglior squadra italiana e mi hanno convinto anche in maniera molto rapida. Basta sceneggiate, altrimenti da questa storia non se ne uscirà più“.
VIAGGIO PER CONOSCERE RONALDO– “Ne parleremo. Io vorrei parlare con un paio di giocatori. Per parlare, ma soprattutto per condividere. Voglio capire cosa pensano delle proprie caratteristiche i giocatori. Poi con Fabio Paratici parleremo e ci confronteremo”
SUL MODULO, SU DOUGLAS COSTA E HIGUAIN- “I giocatori che ci possono cambiare la storia sono i gioatori offensivi. Quando entri negli ultimi 30 metri di campo, ci sono giocatori capaci di fare la differenza e giocatori bravi che però non fanno così la differenza. Bisogna partire da chi ha talento e vedere cosa potere costruirgli intorno. Chi fa la differenza è chi ha talento. Bisogna partire dai tecnici e talentuosi. Al Pipa voglio molto bene e penso che dipende da lui. Io ho l’obbligo di ascoltare e adeguarmi, visto che conoscono meglio di me i giocatori. A parte Higuain che conosco anche io”.