Benatia, dopo il successo della Juventus nel match di ieri sera contro il Milan, ha colto l’occasione per sottolineare il suo punto di vista togliendosi alcuni sassolini dalla scarpe ai microfoni di “Sky Sport”. Il difensore marocchino ha evidenziato un dettaglio molto importante attinente con la sua presenza in campo dal 1′ nel match di ieri sera a San Siro contro i rossoneri. Benatia ha rivelato un retroscena molto importante: “Il giorno della vigilia della sfida contro il Milan, mentre facevamo i massaggio insieme a Rugani e Ronaldo, ho sentito dire ad un giornalista per quale motivo giocassi io una sfida così importante visto che ho sempre fallito i grandi match”.
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Un’esternazione molto importante che maschera la voglia di rivalsa del difensore marocchino dopo l’ottima prestazione di ieri. E’ chiaro che Benatia voglia ad ogni costo difendere la sua posizione, ma è anche chiaro che non possa pretendere di avere la ragione assoluta.
Benatia, ragione parziale: cause ed effetti letali
La prestazione di ieri ha evidenziato un Benatia in formato super. Primo tempo leggermente altalenante, complice il calcio di rigore generato per fallo di mano. Seconda frazione praticamente perfetta. Cosa possiamo imputare al difensore ex Roma e Bayern? Niente, ma giusto evidenziare le cose in maniera chiara e oggettiva.
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Nella passata stagione, Benatia è stato protagonista di due svarioni fondamentali, i quale sono poi costati cari ai bianconeri. Ovviamente è sbagliato attribuire le colpe ad un singolo giocatore, ma è giusto mettere in chiaro questo aspetto. Il gol di Koulibaly nel match scudetto dell’Allianz Stadium è figlio di una marcatura a vuoto di Benatia, così come il calcio di rigore conquistato dal Real Madrid, nel finale di gara del match della passata stagione di Champions, è stato generato da un fallo del difensore marocchino. Due coincidenze letali, la prima risoltasi in maniera positiva, la seconda, purtroppo, è costata l’eliminazione dalla Champions ai bianconeri. Lupus in fabula: ok difendere la propria posizione, sbagliato ragionare per esagerazioni, ma gli errori in passato ci sono stati, ed è giusto che Benatia ne prenda atto, ovviamente in maniera del tutto serena. Il calcio è uno sport di squadra, e come cantavano i Finley: “Si vince e si perde in undici”