Cosa e come potrebbe cambiare in tema di riduzione delle tasse e per chi: il focus sulla riforma fiscale ed Irpef 2025
Crescono gli auspici a proposito di un taglio delle tasse l’anno prossimo, ma chi potrebbe riguardare e quali aspetti sapere in merito alle parole dl Viceministro all’Economia Maurizio Leo.
La tematica legata all’economia, e ancor più nel dettaglio di una eventuale riduzione delle tasse, desta sempre una forte attenzione tra i cittadini, proprio come nel caso della nuova Irpef 2025. Si tratta di una vera e propria sfida che prevede di reperire le risorse per continuare col taglio delle imposta. Con quelle disponibili, ad esser stato garantito è stato il rinnovo di talune misure attive nell’anno in corso.
Si pensi, al riguardo, al taglio del cuneo fiscale per i dipendenti, e l’Irpef a 3 scaglioni e 3 aliquote confermata. Il governo adesso si pone tra gli obiettivi quello legato al reperimento delle adeguate coperture per continuare il taglio della pressione fiscale. Più nel dettaglio in questa occasione pare che ci si concentra sul ceto medio.
Maurizio Leo, il Viceministro all’Economia, ha avuto modo di parlare dell’impoverimento del ceto medio, e sembra fondamentale la riduzione dell’Ires per le imprese che investendo generano occupazione. Occorre al contempo anche intervenire sull’Irap, così da agire sulle storture inerenti l’imposta stessa. Per quanto riguarda la riforma fiscale, questa prosegue con i primi cambiamenti a lungo attesi che stanno arrivando con i tredici decreti attuativi.
Ciò che però in molti si chiedono è in quale direzione potrebbe proseguire la riforma fiscale. Al riguardo, i prossimi step si legheranno al recupero del rapporto coi contribuenti nel segno del pagare meno e pagare tutti.
Ires 2025, cosa può cambiare: riforma fiscale e riduzione delle tasse, alcuni aspetti in merito
Tema dunque importante, quello inerente l’Ires 2025 e la riforma fiscale, con i prossimi passi che potrebbero essere messi in campo dall’Esecutivo. Agendo sul recupero del gettito mancante, il quale genera l’evasione fiscale, si consentirebbe a tutti di pagare meno imposte. Il Governo ha optato per il concordato preventivo biennale, una mossa che va a rappresentare un punto di incontro fra lo Stato ed i contribuenti.
Tale elemento potrebbe portare le risorse che mancano, in base alle stime di Leo, per dar seguito ai nuovi tagli delle tasse. Per il Viceministro non mancano le risorse per la conferma degli sgravi 2024 e per l’anno prossimo. Dovrebbero dunque esser confermati il taglio al cuneo fiscale e l’Irpef a 3 scaglioni.
Le risorse sono necessarie anche per proseguire col taglio delle imposte, e in tal senso occorre ricordare dell’obiettivo flat tax per tutti entro il termine della legislatura. Tuttavia, ad oggi non è possibile fare programmi, dal momento che giungeranno al termine il 31.10, le adesioni al concordato preventivo. Dunque, soltanto dopo tale data si potrà sapere il gettito garantito dalla misura, nonché lo spazio di manovra per un altro taglio dell’Irpef l’anno prossimo.
Non manca l’intenzione di procedere ad un ulteriore taglio dell’Irpef, coi elevati nuova sgravi sulle tasse, ma ad ora a mancare sono le coperture. Più avanti, ad autunno inoltrato, si potrà sapere qualcosa in più proprio in relazione allo spazio di manovra legato al concordato preventivo. Qualora le cose non dovessero andare per il meglio, sarebbe difficile auspicarsi un nuovo taglio all’Irpef, viceversa qualora il concordato si dimostrasse un successo, non dovrebbe mancare un intervento di ulteriore riduzione delle tasse.
Ad ogni modo, l’anno prossimo se arriveranno novità, queste si legheranno al ceto medio, con redditi fra 35mila e 50 mila e forse anche superiore a tale tetto. Si tratta di redditi che nell’anno in corso non hanno beneficiato del taglio dell’Irpef, dal momento che i duecento sessanta euro all’anno di riduzione delle tasse son stati sterilizzata dalla franchigia stabilita sulle detrazioni d’imposta, il cui riconoscimento vi è stato soltanto oltre i duecento sessanta euro.
Inoltre, tale fetta di popolazione non ha beneficiato del taglio del cuneo fiscale, dal momento che va ad esaurirsi una volta raggiunti i 35mila euro di reddito. Altresì, le intenzioni per l’anno prossimo, in presenza delle dovute coperture, si legherebbero, in aggiunta all‘Irpef, anche all’Iva, sull’Ires da ridurre per le azione che generato occupazione, e sull’Irap.