Un periodo di alti e bassi quello che ha vissuto Mancini alla guida della nazionale con le dimissioni arrivate come un fulmine a ciel sereno
Dopo il disastro dell’era Ventura, con la mancata qualificazione al Mondiale del 2018, bisognava dare un segnale ed è arrivato affidando la guida della nazionale a Mancini; dopo un periodo di normale assestamento si sono iniziati a vedere i risultati del lavoro fatto dal tecnico soprattutto a livello di espressione di gioco.
Vedere l’Italia era un piacere per gli occhi; nazionale ben messa in campo, continua ricerca della verticalizzazione e tanti movimenti in modo da non dare punti di riferimento alle difese avversarie. Il culmine di questo periodo è stato il successo, importante, all’Europeo. Gli azzurri non partivano con i favori del pronostico ma, attraverso il gioco, sono riusciti ad imporsi di fronte a nazionali più quotate come la Spagna e, in finale (soprattutto per via del pubblico) l’Inghilterra.
Sembrava essere l’inizio di un ciclo vincente ma così non è stato e l’incubo calcistico è iniziato nelle partite successive alla conquista dell’Europeo; il girone per andare al Mondiale sembrava decisamente semplice ma la nazionale azzurra si è complicata il cammino con errori incredibili come i due rigori sbagliati contro la Svizzera sia all’andata sia al ritorno quando Jorginho ha sparato alto il penalty della qualificazione.
Il mancato accesso a Qatar 2022 è stato l’inizio della fine; da quel momento l’Italia non è stata più la stessa squadra ed ha faticato ad avere la stessa continuità di prima. La Nations League sembrava poter essere il punto di ripartenza ma la semifinale, contro la Spagna, è andata in maniera completamente diversa dalle aspettative.
A pochi giorni da partite decisamente importanti per la qualificazione al prossimo Europeo, Mancini ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni; un gesto che ha lasciato tutti senza parole soprattutto a livello di tempistiche. Ora serve trovare un sostituto e il favorito sembra essere Spalletti; l’ex allenatore del Napoli è stato individuato come il preferito per andare a sostituire l’ex tecnico della nazionale e a livello di gioco (vito i risultati ottenuti a Napoli) può dare la giusta continuità.
Qualora Spalletti dovesse essere ufficializzato come nuovo tecnico della nazionale, porterebbe all’Italia una continuità di modulo dal momento che anche l’ex Napoli utilizza il 4-3-3. Ipotizzare, adesso, i possibili convocati è molto complicato ma, guardando in casa Juventus, l’ex allenatore partenopeo potrebbe essere in grado di riportare a grandi livelli Chiesa.
L’esterno bianconero, nell’ultimo periodo, (complice anche il brutto infortunio subito a Roma nel gennaio del 2022) non è riuscito a dare il giusto contributo; la nazionale, inoltre, aveva iniziato a giocare con il 3-5-2 e questo complicava il rendimento dell’attaccante ex Fiorentina.
Nel 4-3-3 Chiesa potrebbe fare quello che a Napoli ha fatto Kvaratskhelia. Per il resto spazio, molto probabilmente, a Miretti, Locatelli e Fagioli con uno sguardo particolare a Kean; gli attaccanti, infatti, con Spalletti hanno sempre fatto bene segnando un numero incredibile di gol.
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