Lo stadio è un luogo di festa, ma alle volte la violenza prende il sopravvento e non ci sono stati morti da piangere solo all’Heysel.
Ciò che è successo in Champions League a Oporto nella sfida tra Porto e Inter non può essere accettato, con mille tifosi che non hanno potuto entrare nell’impianto solo perché italiani, nonostante muniti di biglietto. Persone presenti allo stadio hanno parlato di grossi problemi organizzativi, qualche carica e gente ammassata l’una con l’altra, con l’Heysel che è tornato alla mente.
Si è trattata di una vergogna indicibile e che per fortuna è finita senza grosse conseguenze, con molta paura me per fortuna nessun morto, ma non sempre è andata così bene.
Il calcio come teatro di morte: l’Heysel non ha insegnato nulla
Uno dei giorni sicuramente più tragici nella storia del calcio italiano è legato agli avvenimenti del 29 maggio 1985, una data che avrebbe dovuto entrare nella leggenda per essere quella della prima finale vinta dalla Juventus in Coppa dei Campioni.
Negli anni ’80 il problema degli Hooligans inglesi era sempre più evidente e furono proprio loro a dare vita a una serie di tafferugli che portò una serie di tifosi italiani, molti di essi neutrali, ad accalcarsi contro il muretto del settore Z. Storie dell’epoca parlano di persone che si gettarono per evitare di rimanere schiacciati e alla fine il risultato fu tragico: 39 morti.
Oggi, nel nuovo stadio Heysel di Bruxelles, vi è una targa commemorativa che ricorda i tifosi che perirono in quella assurda notte europea.
Hillsborough, 15 aprile 1989
Se c’è stata una tragedia che ha rivoluzionato per sempre il calcio, quella è stata di sicura l’immane vergogna di Hillsborough. In occasione della semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest, nel campo neutro dello stadio di Sheffield la West Stand non riuscì a contenere i tifosi dei Reds.
Al posto di 14.600 biglietti, il limite massimo del settore, ne vennero in quantità decisamente superiore e dunque i tifosi che erano entrati per primi si trovarono schiacciati contro la recinzione. Morirono in totale 79 persone e i feriti furono quasi 800, dando vita così alla rivoluzione del calcio inglese e alla nascita della Premier League e dei suoi nuovi impianti.
Lima, 24 maggio 1964
Il calcio in Sudamerica è passione allo stato puro, per questo motivo furono in moltissimi i tifosi del Perù che accorsero allo stadio Nacional di Lima per assistere alla sfida contro l’Argentina, ma sugli spalti vi erano troppi spettatori.
La calca portò così al drammatico numero di 320 persone che morirono schiacciate da altri tifosi che stavano cercando di uscire da una situazione surreale, con la Polizia che per disperdere la folla usò i lacrimogeni, ma venne aperta solamente una via d’uscita e i feriti furono 4000.
Glasgow, 2 gennaio 1971
Una delle partite più importanti nel calcio internazionale è il derby tra Rangers e Celtic, ma il 2 gennaio 1971 si assistette alla tragedia all’Ibrox Stadium. La casa dei Blu di Scozia vide il crollo della tribuna, costruita addirittura nel 1902 e che probabilmente non era mai stata sistemata a dovere e che portò alla morte di 26 persone.
Il fuggi fuggi generale derivato da quell’evento però fu ancora più tragico, perché la calca fu tale che causò la morte di altre 66 vite.
Yaoundé, 24 gennaio 2022
L’ultima tragedia in uno stadio è molto recente ed è avvenuta nell’ultima Coppa d’Africa. I tifosi protagonisti erano quelli di Camerun e Comore, con l’organizzazione a Yaoundé che non fu certo delle migliori e nel tentativo di entrare nell’impianto della Capitale furono otto le persone che rimasero schiacciate dalla calca e dai tornelli.