Superlega, le 5 cause del fallimento: ecco perché non ha funzionato

La Superlega era il grande sogno dei grandi Presidenti del calcio europeo, ma purtroppo si è ormai arrivati alla fine di questo progetto.

Le partite in campo internazionale sono sempre state considerate le più belle dagli appassionati, motivo per il quale il sogno della Superlega aveva da tempo stuzzicato l’idea anche di Andrea Agnelli.

Sono in molti a essere convinti che tutto questo astio nei confronti della Juventus da parte della Giustizia Sportiva sia da attribuire proprio alla volontà dell’Uefa di sabotare l’ex Presidente bianconero e quella sua idea che avrebbe stravolto le regole del calcio europeo.

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JuveDipendenza

Sono diverse però le motivazioni che hanno portato la Superlega a essere un fallimento annunciato e adesso vi mostriamo quelle che secondo noi sono le cinque motivazioni essenziali che hanno portato alla fine di questo progetto.

Prima di tutto non poteva essere intesa coma l’Eurolega di basket per un semplicissimo ed elementare motivo: sono due sport diversi.

Per quanto in molti potrebbero dire “E grazie tanto“, non sembra essere poi così scontato, dato che da anni nella pallacanestro si gioca senza problemi anche per quattro volte in una settimana e la distanza tra una partita e l’altra può anche essere ben al di sotto delle 48 ore.

Lo sforzo fisico dunque non può essere pareggiato e un eccessivo numero di partite avrebbe per forza portato a uno stravolgimento da parte dei campionati e le varie leghe non erano ovviamente d’accordo.

Il secondo motivo è dettato dal fatto che l’Eurolega, come tutte le altre competizioni che sono a iscrizione e non a qualificazione, si basava sui regolamenti dell’Unione Europea che dà l’opportunità di creare una lega privata.

Peccato che dal 2016 sia iniziato il processo della Brexit e dunque le squadre della Premier League devono seguire il regolamento interno e per lo Stato inglese non viene data la possibilità di organizzare questa tipologia di eventi.

Agnelli, Perez e Laporta: la Superlega ormai è una chimera

Il terzo motivo inoltre era già alla base perché se si volesse fare una grande Superlega, allora bisognava prendere in considerazione tutti i grandi campionati, ma Germania e Francia si sono fin da subito tirate fuori.

Solo nel 2020 la finale di Champions è stata tra Bayern Monaco e Paris Saint Germain, dunque sarebbe stato impossibile avere tutte le migliori in tale competizione.

La quarta motivazione è dettata dal fatto che un’iscrizione solo pagando non solo non è eticamente corretta, ma in realtà non dà la possibilità alle squadre anche dei primi cinque campionati di migliorarsi.

Solo 15 anni fa un Manchester City lottava per la salvezza e a inizio millennio era in terza divisione, ma una nuova proprietà ha fatto sì che potesse partire un sogno per i tifosi.

E ultimo punto c’è il discorso legato alla passione dei tifosi, con gli appassionati delle piccole realtà che erano profondamente contro questa scelta, ma a loro volta anche quelli delle grandi trovavano profondamente ingiusto questo procedimento anti meritocratico.

L‘Uefa ha sicuramente tanti difetti al suo interno e probabilmente servirà in futuro una rivoluzione, ma di sicuro la SuperLega è stato un progetto pensato male e fatto uscire con i tempo sbagliati.

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