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Flop 11 del Mondiale: da Muller ad Hazard, quanti campioni hanno fallito

Il Mondiale è giunto al termine e ha regalato al mondo una delle partite più belle della storia, ma qualcuno non ha rispettato le attese.

Qatar 2022 verrà ricordato sicuramente come una delle migliori edizioni del Mondiali, con le sfide di altissimo livello che non sono mai mancate e probabilmente con la finale più bella che sia mai stata giocata nella Coppa del Mondo, ma non tutti hanno brillato.

Collage (LaPresse Ansa Foto)

Con la fine del massimo torneo iridato vogliamo essere severi oltremodo e dare un occhio a chi vuole completamente dimenticare questa competizione e allora ecco a voi la nostra personale Flop 11 di Qatar 2022 con il modulo che è un 4-2-3-1.

Diogo Costa (Portogallo): quanti disastri

Il Portogallo era considerato una delle grandi favorite per il Mondiale, ma in realtà ha avuto tanti giocatori sottotono e uno di questi è stato senza dubbio il suo portiere Diogo Costa.

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Forse il suo torneo è finito dopo aver vinto il ballottaggio con Rui Patricio, ma gli errori grossolani sono stati all’ordine del giorno e spesso è stato anche graziato, prima di essere anticipato da En-Nesyri e causare l’eliminazione ai suoi.

Joao Cancelo (Portogallo): un flop inatteso

Continua la nostra Flop 11 con un altro giocatore portoghese e questa volta il tonfo è davvero importante, perché Joao Cancelo doveva essere il leader tecnico dei lusitani e si è trasformato addirittura in una riserva.

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Le disattenzioni difensive sono state all’ordine del giorno, pazzesca quella per il secondo gol del Ghana, e in attacco è stato nulla, così Fernando Santos lo ha lasciato fuori dall’undici titolare nonostante l’infortunio di Nuno Mendes.

Nico Schlotterbeck (Germania): una volta e mai più

Era partito titolare con la Germania Nico Schlotterbeck, ma l’esordio con il Giappone è stato un vero disastro, con il gigantesco centrale che non ha presa una.

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Non ha più visto il campo dopo la sconfitta con i nipponici, ma alla fine dei conti è stata proprio quella sconfitta a condannare la Germania all’eliminazione già ai gironi.

Milos Veljkovic (Serbia): il peggiore nel disastro

Tra i difensori serbi si poteva lanciare la monetina e scegliere casualmente il peggiore di tutti che sarebbe andata comunque bene, ma Milos Veljkovic non ne ha davvero azzeccata una.

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Il difensore del Werder Brema è sempre stato in ritardo e non ha mai dato reali segni di vita e di voglia di poter aiutare la propria squadra a vincere e dunque riesce nella poco nobile impresa di battere Pavlovic e Milenkovic.

Basrtosz Bereszynski (Polonia): il nulla sulla sinistra

La Polonia è stata la squadra che ha creato meno occasioni in assoluto in tutto il Mondiale, considerando soprattutto la sua potenza in attacco e le corsie laterali sono state nulle con Bartosz Bereszynski che continua a vivere il suo momento no.

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Dopo le pessime prove con la Sampdoria, non si rialza di certo in nazionale e dalla sua parte gli attaccanti fanno sempre quello che vogliono.

Axel Witsel (Belgio): continua la sua fase calante

La generazione d’oro del Belgio è ormai alla frutta, e forse ha già pagato il conto, e Axel Witsel ha dimostrato ancora una volta di non essere mai stato il regista all’altezza dei Diavoli Rossi.

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Lento, impacciato, spesso fuori dal gioco e incapace di dare un segnale di scossa alla squadra, il tracollo della squadra passa anche dal suo Mondiale dannatamente negativo.

Matias Vecino (Uruguay): quando manca la Celeste vince

Mettere Vecino e lasciare fuori un campione come De Arrascaeta era stata una delle scelte più discutibili del tecnico Ivan Alonso e con il centrocampista della Lazio zero gol in due partite e un misero punto ottenuto.

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Con il cambio contro il Ghana arriva la doppietta del 10 del Flamengo, ma ormai è tardi e le pessime prestazioni dell’ex Inter sono state fatali per i sudamericani.

Eden Hazard (Belgio): chiacchiere e zero fatti

Purtroppo Eden Hazard è un ex giocatore da diverso tempo e al Mondiale lo ha dimostrato ancora una volta, con le sue grandi prestazioni che ormai sono solo un lontano ricordo.

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Critica la Germania per il gesto della mano alla prima partita dicendo che devono pensare al campo, ma ormai sembrano essere solo per le interviste che ci si ricorda del giocatore del Real Madrid.

Garteh Bale (Galles): ormai è un ex giocatore

Il viaggio verso gli Stati Uniti per giocare in MLS non lo ha di certo aiutato a ritrovare la forma fisica e in tre partite con il suo Galles non abbiamo di sicuro visto il vero Gareth Bale.

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A Euro 2021 aveva dimostrato di sapersi rigenerare con la maglia dei Dragoni, al Mondiale è invece l’ombra di sé stesso e non lo può di certo salvare il rigore segnato contro gli Stati Uniti.

Raphinha (Brasile): la delusione dell’attacco magico

C’era grandissima abbondanza nell’attacco del Brasile e forse la possibilità di schierare un giocatore diverso a Raphinha avrebbe potuto salvare Tite dalla seconda eliminazione ai quarti di finale.

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Dopo le brutte prestazioni con il Barcellona si conferma un giocatore fumoso, dotato di buona tecnica, ma inadatto per far fare il grande salto di qualità a una squadra che vuole vincere il Mondiale.

Thomas Muller (Germania): il canto del cigno

Mai avrei voluto inserire Thomas Muller in questa graduatoria, ma purtroppo le prestazioni dell’attaccante del Bayern Monaco sono sempre state ben al di sotto del suo valore.

LaPresse

Il ruolo di finto centravanti non gli compete, ma lui fa davvero poco per poter creare palle gol e azioni per la sua Germania e ora è forse giunto il momento di lasciare spazio alla nuova generazione.

di
Francesco Domenighini

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