Come truccare un bilancio sportivo? C’entrano anche i procuratori

Ormai la notizia è nota a tutti, con i guai della Juve che sono dettati da un sempre più possibile falso in bilancio, ma come si può fare?

Da diverso tempo ormai sentiamo sentir parlare in maniera sempre più frequente di frasi come “falso in bilancio“, “plusvalenze fittizie” e tanti termini che fino a poco tempo fa erano tematiche note solo a commercialisti e avvocati, ma il caso Juventus sembra aver scoperchiato un vero e proprio vado di Pandora.

Bilancio Juventus

Ecco allora che parlare a vanvera diventa sempre più facile e soprattutto troppe persone non conoscono pienamente di che cosa si sta parlando, quindi armatevi di calma e pazienza e cerchiamo di capire insieme perché la pratica del falso in bilancio è illegale e soprattutto perché alcune società se ne avvalgono.

Il bilancio aziendale sono in parole povere i numeri freddi e insindacabili di una società, dove da un lato ci sono le entrate e dall’altra le uscite, e in questo conteggio rientra davvero tutto ciò che è stato fatto per poter favorire la società.

Dunque per una società calcistica non ci possiamo fermare solamente all’acquisto e alla cessione dei giocatori, e nemmeno solo agli stipendi di questi ultimi, ma dovremmo analizzare davvero ogni tipo di dettaglio.

Il magazzino non si può discutere: le magliette sono una vendita facile

Quando nel 2018 la Juventus acquistò Cristiano Ronaldo era un ritornello la frase “L’acquisto di CR7 si pagherà con la vendita delle magliette” e questo è purtroppo legato anche fatto che porta a uno dei metodi più semplici per truccare il bilancio.

Cristiano Ronaldo
Ansa Foto

In qualsiasi società, non solo sportiva, è praticamente impossibile poter stabilire la quantità di materiale che si possiede nel “magazzino” e la vendita delle magliette è uno dei punti dove non si può dire con certezza se è stata effettuata una vendita di 100 o di 1 milione di magliette.

Questo permetterebbe dunque di poter aggirare il regolamento e di sistemare il bilancio, perché una vendita di 100 magliette al prezzo di 100 euro l’una, arrotondiamo per semplificarci i calcoli, porterebbe a un guadagno di 10 mila euro, mentre 1 milione farebbe in modo che gli introiti si portassero a 100 milioni.

Naturalmente questi due esempi sono in eccesso ed esagerati, ma in realtà è una pratica che può avvenire con il minimo rischio e dà così modo di poter mettere sistemare il bilancio.

Le plusvalenze fittizie: come si suddividono e perché sono importanti

In una società di calcio inoltre è fondamentale il discorso legato alle plusvalenze, un altro vero e proprio cruccio, ma il ragionamento su di esse è molto più complicato del previsto.

Da inserire nel bilancio c’è sempre la categoria chiamata “diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori” e che cosa significa questo?

Semplicemente che se un giocatore è stato acquistato a 20 milioni e ha un contratto di 4 anni, al bilancio ogni anni è costato 5 milioni di euro e dunque dalla stagione seguente la plusvalenza verrà fatta dal momento in cui si venderà il giocatore per 15,1 milione di euro, perché i 5 della stagione precedente hanno subito un ammortamento.

Ecco allora perché tante società truccano il valore di mercato di un giocatore pur di fare una plusvalenza, perché in questo modo a bilancio risulta un utile e non una perdita e dunque permette di aumentare la voce “Entrate del club”.

Il problema nel mondo del calcio è che stiamo parlando di scambio di giocatori, dunque di persone che non possono avere un prezzo certo, per questo motivo sarà quasi impossibile estinguere il problema delle plusvalenze fittizie.

Bilancio truccato anche per i procuratori: i pagamenti in nero

Purtroppo un’altra tattica che è stata portata avanti in questi anni, dalla Juventus sembra ormai certo dato quello che sta uscendo dalle intercettazioni al vaglio della Procura di Torino ma probabilmente anche per altre squadre, notiamo come purtroppo fosse diventato frequente il pagamento in nero dei procuratori.

In questo modo la ricostruzione avrebbe dato la possibilità di parlare a tutti gli effetti di “mandati fittizi“, una pratica assolutamente illecita ovviamente e che darebbe la possibilità di guadagnare molto di più rispetto alle reali commissioni.

Il tutto deriva dal fatto che in diverse circostanze alcune società abbiano firmato degli assegni non contabilizzati per poter far accettare una destinazione in un senso o nell’altro a un calciatore.

Questo permette ai procuratori di proporre una percentuale minima del proprio compenso per il buon risultato della trattativa del passaggio di un giocatore da una squadra all’altra, dunque questo porta a un bilancio con meno spese, meno tasse e meno Iva da pagare e intanto la vera somma finale viene data sottobanco.

Quindi alla fine i soldi vengono comunque spesi e allora perché dover fare il falso in bilancio? Molto semplice, infatti il bilancio è l’unica credenziale reale con la quale ci si può presentare alla banca.

Speriamo di essere riusciti, con poche nozioni ma di certo tra le più importanti, di aver fatto un po’ di chiarezza su due delle tematiche economiche che ormai stanno diventando sempre più scabrose e note nel mondo del calcio.

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