Alla fine di ogni partita siamo soliti vedere i giocatori sudati e distrutti per la grande fatica e lo sforzo, ma sapete quanti kg perdono?
Il calcio è lo sport più amato e seguito dagli italiani e non solo e in tante occasioni ci troviamo dunque a dover dialogare e interloquire con persone che non sempre conoscono precisamente la materia scientifica e l’anatomia umana.
Non è raro infatti sentire al bar o allo stadio frasi del tipo “Ma sono dei professionisti, come fanno a essere stanchi a fine partita? Meritano di andare in fabbrica e sentire la vera fatica”, il tutto di solito condito probabilmente da epiteti irripetibili.
Se pensate che la frase fatta riportata qui sopra sia corretta allora ascoltate me, lasciate perdere completamente l’articolo e ci vediamo alla prossima, ma se invece avete voglia di conoscere il perché un calciatore a fine partita è esausto, allora continuate a leggere perché potreste scoprire diverse informazioni interessanti.
Iniziamo con il dire che un giocatore medio in Serie A corre tra i 10 e gli 11 km, con i casi massimi che sono toccati da Brozovic, Milinkovic Savic e Koopmeiners che sfiorano addirittura quota 12, ma partiamo comunque da un valore standard.
Correndo per circa 10,5 km a partita un giocatore smaltisce per 90 minuti un totale di 3800 kcal, un numero che in realtà nel mondo dello sport non è nemmeno da definirsi così elevato, basti pensare come un ciclista in media in una giornata perda 6000 kcal o un nuotatore in una giornata di allenamento tocca anche le 10000 kcal.
Nel calcio però la corsa è sicuramente quella più faticosa di tutti gli altri sport, perché non è mai continua, infatti è fatto di scatti continui che portano così le cellule del nostro organismo a essere costantemente sollecitate, per poi avere dei momenti di breve pausa e poi essere ancora una volta messe a dura prova.
Questo comporta una grande sudorazione e ciò vuol dire perdita di acqua e di glicogeno muscolare, una particolare forma che viene automaticamente stimolata dal nostro corpo unicamente nel momento in cui si svolge attività fisica e muscolare.
La perdita di acqua è davvero molto considerevole, in particolar modo nelle prime o nelle ultime giornate di campionato quando ormai le temperature iniziano a essere elevate, e vi sembrerà incredibile ma a ogni partita i giocatori perdono tra i 3 e i 5 kg.
Si tratta di un valore davvero pazzesco, ma allora molti di voi si chiederanno come mai ci sono dei giocatori che sono ancora oggi sovrappesi oppure, molto più semplicemente, perché quando andate a giocare a calcetto o al CSI, non riuscite a dimagrire come vorreste.
La motivazione è semplice, perché la perdita ingente di liquidi in breve tempo porta sì a una grande perdita di peso corporeo al momento, ma è un peso che poi viene immediatamente recuperato con l’alimentazione e soprattutto con l’idratazione.
Indicativamente abbiamo dunque detto che il peso specifico che va a perdere un giocatore al termine di ogni partita varia tra i 3 e i 5 kg, con quest’ultimo che coinvolge solo i giocatori con grandi problemi di sudorazione, come ha raccontato il brasiliano Hulk.
Questo diventa un problema molto spesso insormontabile, perché nel momento in cui il nostro corpo inizia a perdere in termini di acqua un valore attorno al 2%, ecco allora che le prestazioni atletiche iniziano a crollare.
Ma quindi un giocatore come Hulk che suda tanto ha un problema da un punto di vista fisico? In realtà la risposta l’aveva data Roberto Chiari, il fisiologo dell’Atletico Mineiro, dato che a Globo TV aveva spiegato come in realtà questa condizione fosse una dimostrazione di come l’atleta in realtà stesse bene.
Un’elevata sudorazione permette di perdere facilmente calore corporeo dunque non porta a danneggiare il suo organismo, ma ovviamente questo lo obbliga a dover continuamente bere anche durante la partita.
Perdere 5 kg in un giocatore di 90 kg, vuol dire attestarsi su valori ampiamente superiori al 2% e dunque senza un’adeguata idratazione il povero Hulk non potrebbe in alcun modo completare una partita, ma idratato con regolarità durante la partita, e soprattutto all’intervallo, può così essere forse il più costante di tutti.
Quindi adesso avete capito perché non è una questione legata a un errato allenamento se i giocatori arrivano stremati a fine partita? Si tratta solamente del nostro corpo e delle sue leggi e gli sportivi, come tutti noi, non possono far altro che ascoltare i segnali che esso ci manda.
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