Amazon Prime Video sta cercando di espandersi sempre di più, con le occasioni che non mancano affatto e la Champions è stato un gran colpo.
Fino a pochi anni fa nessuno metteva in discussione il dominio assoluto da parte di Sky, ma già da diverso tempo sono diverse le piattaforme che stanno cercando di fare la guerra alla società di Murdoch, con Amazon Prime che sembra essere però quella maggiormente intenzionata a ottenere grandi risultati.
I diritti televisivi legati al mondo dello sport sono ormai da tantissimo tempo parte integrante delle offerte delle più importanti emittenti, perché il calcio in particolare rappresenta una vera e propria fonte di infiniti guadagni.
Fino a non molto tempo fa Sky era considerata ampiamente la più importante piattaforma da questo punto di vista, con l’obiettivo che era quella in qualche modo di poter sradicare il satellite dal suo trono.
Il primo a provarci è stato Mediaset Premium, con la società che cercò in tutti i modi di poter acquistare i diritti televisivi della Champions League, con l’esclusiva che durò per tre anni, ma fu un mezzo fallimento.
Ora sto andando decisamente meglio Dazn, ma nonostante questo le critiche attorno alla piattaforma spagnola si stanno facendo sempre più insistenti, dunque il vero spauracchio di Sky sembra essere tutti gli effetti Amazon Prime Video.
La società gestita da Jeff Bezos infatti ha deciso di entrare in maniera sempre più importante all’interno dei diritti televisivi italiani, con il primo traguardo che era quello di poter accaparrarsi almeno alcune partite della Champions League.
Il traguardo è stato davvero straordinario, perché ha avuto l’opportunità di avere in esclusiva totale addirittura per ben 16 partite per ogni edizione della Champions League per tre anni, partendo dal 2021 e chiudendosi al 2024.
In molti diranno che in realtà non è un numero esorbitante di partite, ma in realtà il fatto di averla completamente in esclusiva fa sì che la spesa sia stata davvero impegnativa.
Ogni stagione infatti Amazon Prime Video Italia deve sborsare nelle tasche dell’uefa la bellezza di ben 80 milioni di euro per poter avere l’esclusiva di quelle 16 partite che obbligano così i tifosi di tutta la nazione a fare l’abbonamento alla piattaforma.
La cosa straordinaria è però legata al costo, infatti Amazon Prime nella realtà che era già ben consolidata per quanto riguarda la spedizione dei pacchi, con l’inserimento della Champions League però non ha minimamente modificato il costo.
Amazon Prime Video: dalla Champions a tutto il calcio
Il fatto che Prime Video sia soltanto una piccolissima parte dei guadagni complessivi della società Amazon dà l’opportunità alle aziende di poter effettuare di fatto una concorrenza sleale.
Sky e Dazn infatti non potranno in alcun modo poter ribattere da un punto di vista economico e della spesa con Prime Video, perché queste sono solamente delle televisioni che hanno bisogno dei soldi dei propri clienti.
Amazon però nasce fondamentalmente come uno straordinario magazzino per poter gestire i pacchi a livello internazionale, dunque questo qui il principale obiettivo della società, con Prime Video che è solamente un contorno.
Spendere addirittura un totale di 240 milioni di euro fondamentalmente per avere solamente 48 partite in 3 anni dimostra ampiamente come Amazon abbia un potenziale economico inarrivabile per la concorrenza.
Da diverso tempo a questa parte inoltre si sta parlando in maniera sempre più convinta di un possibile ingresso di Prime Video all’interno delle trattative che porterebbero all’acquisizione dei diritti televisivi di tutta la Serie A per il triennio 2024-2027.
Dunque diventa davvero una grandissima occasione per poter stravolgere ancora una volta il mondo televisivo italiano, con Prime Video che non vedrebbe davvero l’ora di poter mettere le mani sulla più grande passione degli italiani.
Vediamo intanto come potrà evolversi la situazione nel prossimo futuro, ma intanto questa piattaforma può già essere considerata ampiamente come una delle più straordinarie che siano mai nate nella realtà dello streaming.