Fare l’allenatore in Serie A è uno dei grandi sogni di molte persone in Italia, ma anche in questo settore la crisi si fa sentire e non poco.
L’allenatore sicuramente è uno dei compiti più complicati all’interno del mondo del calcio, con questa figura che è sempre sotto l’occhio del ciclone, per questo motivo molti ex calciatori decidono di prendere anche un’altra strada, considerando come adesso il lavoro non paghi più come una volta.
Diciamocela tutta, in Italia siamo assolutamente una nazione di commissari tecnici e di allenatori, con lo sport preferito che sicuramente è quella di poter commentare il giorno dopo al bar con gli amici le scelte tattiche.
Chiaramente si sta parlando sempre di un modo per poter passare piacevolmente la giornata, perché chiaramente nessuno di noi può assolutamente avere le competenze in grado di poter tenere testa con un grande allenatore.
Il ruolo è sempre stato considerato molto delicato e come tutti questi ruoli anche ben pagato, andando così l’opportunità alle varie società di poter scegliere con attenzione i vari personaggi.
Al giorno d’oggi però diventa sempre più importante avere a disposizione dei tecnici che sappiano parlare con grande abilità davanti al teleschermo, tanto è vero che probabilmente converrebbe fare il conduttore piuttosto che l’allenatore.
Antonio Conte è uno degli allenatori più apprezzati al giorno d’oggi, per questo motivo e anche uno di quelli più pagati con il Tottenham che sia davvero svenato per poterlo avere in squadra.
Se andiamo a vedere però il rapporto tra il tempo impiegato per lavorare con degli Spurs e quello che praticava a Sky notiamo assolutamente come nell’emittente di Murdoch guadagnasse molto di più.
Per ogni breve ospitata, che prevalentemente era all’interno delle trasmissioni legate alla Champions League, il tecnico pugliese guadagnava un cachet di circa 250.000 euro.
A questo punto diventa assolutamente chiaro come convenga a tutti gli effetti diventare un opinionista piuttosto che un allenatore, perché il tempo è sicuramente minore e non ci sono così grosse complicazioni.
Gli allenatori in Serie A vengono pagati sempre di meno
Non è assolutamente difficile capire come anche il ruolo dell’allenatore sia diventato sempre più delicato negli ultimi anni, con gli stipendi che si sono abbassati.
Ovviamente la crisi che ha colpito il calcio italiano passa soprattutto da un limite economico rispetto alla concorrenza spagnola e soprattutto inglese, con gli allenatori che non sono assolutamente i più pagati.
Notiamo come coloro che percepiscono i maggiori guadagni dalla Serie A siano Massimiliano Allegri e José Mourinho, indubbiamente coloro che hanno il migliore curriculum di tutti.
Per entrambi infatti la quota è di 7 milioni di euro a stagione, mentre a chiudere il podio ci pensa l’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, ma per questi la quota è quasi della metà di 4 milioni.
Solamente al quinto posto invece l’allenatore campione d’Italia Stefano Pioli con 3 milioni assieme al laziale Maurizio Sarri, mentre al quarto posto troviamo Luciano Spalletti che guadagna poco di più con 3,2 milioni di euro.
Quando invece si è un allenatore emergente i soldi diventano sempre di meno, per questo motivo notiamo come tecnici preparati come Sottil arrivi solamente a 300.000 euro all’anno, nonostante la straordinaria stagione dell’Udinese.
Insomma anche il settore degli allenatori è assolutamente in crisi come tutti gli altri, con la speranza che i calcio italiano, e non solo quello, possono rialzarsi il prima possibile nel miglior modo.