La Mercedes è una delle marche di auto più note e apprezzate nel mondo, ma per tanti anni ha voluto rimanere fuori dalle corse in pista.
Negli ultimi anni di F1 la Mercedes ha rappresentato sicuramente il non plus ultra da un punto di vista ingegneristico, con questo 2022 che era iniziato nel peggiore dei modi e che invece sta regalando ora diverse soddisfazioni, ma in pochi sanno come mai la casa di Stoccarda per oltre 50 anni ha deciso di rimanere fuori dalle corse.
Quando si pensa a prestazione ed efficienza è davvero difficile non collegare immediatamente alla mente a il marchio Mercedes, uno di quelli che sicuramente è stato in grado di fare la storia da un punto di vista delle quattro ruote.
Fin dalla notte dei tempi infatti nel momento in cui la casa di Stoccarda aveva deciso di entrare a far parte del mondo delle corse, le vittorie erano sempre state quasi la logica conseguenza, con il primo approccio alla Formula 1 che arrivò negli anni ’50.
Per poter riuscire a sbaragliare la concorrenza italiana delle vetture targate Alfa Romeo, Ferrari e Maserati, la Mercedes decise di portare all’interno della propria scuderia il più grande pilota dell’epoca, forse il più grande di sempre: Juan Manuel Fangio.
Con l’argentino arrivarono subito due grandi vittorie del mondiale, prima del 1954 e poi nel 1955, il che portò per la prima volta un marchio automobilistico non italiano a vincere il massimo titolo in F1.
Peccato però quel 1955 fu anche l’ultimo anno nel XX secolo della Mercedes in F1, con la motivazione che purtroppo fu davvero tragica.
L’11 giugno di quell’anno si correva una delle più importanti gare automobilistiche della stagione, ovvero la mitica Le Mans, con quell’edizione che però entrò tristemente nella storia.
Il disastro di Le Mans nel 1955 e l’addio della Mercedes
La Mercedes del 1955 si stava avviando a vincere per il secondo anno consecutivo il mondiale di F1, ma non stava certamente dimenticando di lottare anche per le gare prototipi.
Alle mamme si presentò con la versione 300 SLR con alla guida il francese Pierre Levegh, con quest’ultimo che si ritrovò a un certo punto tra la Jaguar di Mike Hawthorn e la Austin Healey di Lance Macklin.
Il transalpino stava correndo la sua gara che stava andando nel miglior modo possibile, con la Jaguar di Hawthorn che a un certo punto però frenò improvvisamente per poterlo fare rientrare al muretto, ma questo portò a un’incomprensione con Macklin, presenti in quel momento solamente perché era un doppiato.
Questo dunque portò la Mercedes di Levegh a tamponare la Austin Healey di Macklin, con questa che fece da effetto catapulta alla vettura di Stoccarda che prese il volo e volò verso le tribune.
Il risultato finale è a dir poco tragico, con il pilota francese che morì immediatamente sul colpo, ma con sé portò addirittura 84 innocenti spettatori. Ne rimasero feriti in totale altri 120, il che fu il più grande dramma sportivo mai accaduto nella storia dell’automobilismo, per questo motivo la Mercedes che si riteneva colpevole, si auto-esillò fino al 2010.