Tra i giocatori che avrebbero potuto fare di più con la Juve c’è senza ombra di dubbio il difensore Olof Mellberg che ora ha cambiato vita.
La Juventus ha cercato in tantissime occasioni di poter rinforzare la propria squadra acquistando anche i migliori giocatori da tutto il mondo, per questo motivo l’arrivo di Olof Mellberg sembrava a tutti gli effetti decisivo per poter rialzare le sorti bianconere, ma il rendimento dello scandinavo è stato davvero a fasi alterne.
Sicuramente gli anni subito post Calciopoli sono stati molto complicati per la Juventus, con la ricostruzione che è stata necessaria per poter riuscire ad aprire un ciclo straordinario come quello dei nove Scudetti consecutivi tra il 2012 e il 2020.
Sono stati davvero molti i giocatori che sono passati dalle parti di Torino in quel periodo, con uno di quelli che portava con sé le maggiori aspirazioni che era sicuramente lo scandinavo Olof Mellberg, un giocatore che aveva una grande esperienza internazionale con sé e venne sette anni di fila da giocatore dell’Aston Villa.
Il suo arrivo a Torino era stato visto sicuramente in maniera più che positiva, anche perché con Claudio Ranieri in panchina c’era l’opportunità di farlo giocare sia come centrale che come terzino, con quella dutilità che sicuramente è sempre piaciuta molto al tecnico romano.
Purtroppo però con la Juve vi è rimasto solamente per una stagione, con lui che ha saputo comunque realizzare due reti entrambe nelle sfide all’Olimpico contro le due romane, prima di essere ceduto in Grecia all’Olympiacos.
Sicuramente il rimpianto nei suoi confronti è cresciuto sempre di più, con la possibilità di riaffrontarsi nel suo ultimo anno di carriera quando venne sorteggiato assieme assieme al suo Copenaghen contro la Juventus nella stagione 2013-14, l’ultima prima di cambiare vita.
Mellberg ora è un allenatore senza panchina
Se il nome di Olof Mellberg può essere considerato sicuramente molto importante a livello internazionale per le sue innumerevoli presenze, in Svezia rappresenta tutti gli effetti un vero e proprio mito vivente.
Il difensore infatti ha giocato addirittura 117 presenze con la maglia della sua nazionale diventando molto spesso uno dei grandi punti di riferimento anche in occasione dei Mondiali e degli Europei, con il suo ruolo che è sempre stato assolutamente fondamentale per poter aiutare la propria squadra.
Da quel momento in poi infatti per lui non è stato assolutamente difficile trovare una squadra di club nella sua nazione che fosse intenzionata a dargli un’occasione in panchina, con la prima chance che arrivò addirittura nella terza serie con il piccolo Brommapojkarna, con lui che riuscì addirittura a ottenere bene due promozioni consecutive.
Nonostante questo la sua carriera è crollata in brevissimo tempo, con il disastroso passaggio in serie B Danese con il Fremad Amager, parentesi durata pochi mesi, per poi essere costretto alle dimissioni dopo una serie di risultati estremamente negativi con il ben più blasonato Helsingborg, con tanto di clamorosa retrocessione, e dal 2020 non ha più una panchina.