Gli scontri nel mondo del calcio sono stati sempre all’ordine del giorno, ma in un Mondiale purtroppo si era davvero arrivati al peggio.
La Coppa del mondo è sempre considerata come il momento più importante di tutta la carriera di un calciatore, con le varie edizioni che hanno permesso di poter elevare sempre di più dell’immaginario collettivo delle leggende assolute che si sono dimostrate davvero uniche nel proprio genere, ma ogni tanto abbiamo potuto assistere anche a dei comportamenti poco edificanti, esattamente come è successo in occasione dell’edizione del 1962 in Cile con protagonisti i padroni di casa e l’Italia.
Il mondiale del 1962 non viene sicuramente ricordato per essere uno dei migliori che si siano mai visti nella storia, nonostante un fenomeno assoluto come Garrincha abbia avuto la possibilità di mettere in mostra tutto il proprio splendore assoluto, prendendo in mano un Brasile orfano dell’infortunato Pelè e portandolo a vincere il secondo titolo consecutivo.
Il valore medio però era abbastanza basso, basti vedere soltanto come nelle ultime quattro, assieme Verdeoro, vi erano solamente delle sorprese, composte in fase dei padroni di casa del Cile, la Jugoslavia e la Cecoslovacchia, con quest’ultima che fu la vittima sacrificale nella finale di Santiago nonostante fosse passata in vantaggio grazie alla rete del suo grandissimo centrocampista e futuro Pallone d’Oro Jozef Masopust.
Che ci sarebbero stati grossi problemi in quel Mondiale lo avevano già ampiamente predetto alcuni giornalisti del Corriere della Sera, in particolar modo Antonio Ghirelli che aveva mostrato al mondo intero il Cile come una nazione estremamente povera e disorganizzata, con scarse infrastrutture e con la povertà dilagante e dunque una nazione assolutamente inadatta per poter ospitare una competizione così importante.
Il problema però fu che la Roja fu inserita all’interno del girone proprio dell’Italia, con le voci di questo articolo che arrivarono a Santiago e dunque ci fu un’accoglienza davvero molto calorosa e infuocata nei confronti degli Azzurri, con i calciatori cileni che vollero in tutti i modi di far pagare quelle frasi ai loro colleghi.
A complicare la situazione, in un clima davvero già infernale ci pensò anche le fischietto inglese Aston che si dimostrò assolutamente casalingo nel modo di condurre la gara, tanto è vero che già nel primo tempo l’Italia rimase in nove uomini per le espulsioni di David e di Ferrini, con la situazione che precipitò dunque nella ripresa.
Il vantaggio del sudamericani arrivò a un quarto d’ora dalla fine del primo tempo con Ramirez che di testa riuscì a ribadire in rete una corta respinta del portiere Mattrel, mentre a tempo ormai scaduto fu una fucilata del grande centrocampista Toro da circa 25 metri a infilarsi nell’angolino e non lasciare scampo al portiere juventino.
Per tutta la partita però fu davvero un continuo picchiarsi e scalciarsi addosso, tanto è vero che fu evidente a tutti come l’arbitro non ebbe mai in pugno la partita, ma con l’Italia che comunque si rese conto di quello che stava succedendo e nell’ultima giornata del girone contro la Svizzera i giocatori cercarono in qualche modo di rabbonire il pubblico.
Infatti la Nazionale portò dei fiori da lanciare nelle tribune come segno distensivo di pace, con l’ultima partita che venne vinta addirittura 3-0 contro gli elvetici, ma che ormai non permetteva più di poter passare il turno chiudendo così terzi alle spalle di Germania Ovest e proprio Cile.
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