Matteo Paro è entrato nella storia della Juve per aver segnato il primo gol in B, ma per il resto la sua carriera è stata deludente.
Ci sono alcuni giocatori che riescono entrare nella storia in maniera quasi del tutto casuale, in certi casi addirittura forse in maniera involontaria, con Matteo Paro che è stato sicuramente uno di quelli che ha potuto mettere il proprio nome nella gloriosa leggenda bianconera, pur non riuscendo poi a confermarsi come uno dei possibili volti del futuro juventino e infatti dopo la gloria è arrivato per lui l’anonimato più totale.
In Italia si sa che è davvero molto complicato riuscire a diventare dei possibile titolare nelle prime squadre partendo dalla Primavera, in particolar modo quando si tratta di squadre di altissimo livello come la Juventus.
Matteo Paro era sicuramente uno di quei giocatori che aveva la possibilità di sfatare questo mito, dato che a livello giovanile era considerato uno dei centrocampisti più interessanti e livelli italiano, ma purtroppo per lui non c’è mai stato quel vero e proprio salto di qualità.
Quando la Juventus però andò in serie b nella stagione 2006-2007 allora la società decise di puntare forte su di lui, dato che due anni prima aveva ben figurato nella serie cadetta con il Crotone, segnando 5 gol, e meritandosi così il prestito in Serie A con la maglia del Siena, anche in questo caso disputando una buona stagione con i toscani.
Nel tragico è doloroso esordio in Serie B per i bianconeri in quel di Rimini fu proprio Matteo Paro a segnare incredibilmente il primo gol in cadetteria della storia juventina, con una conclusione da fuori area che è superò addirittura… Samir Handanovic, allora portiere dei romagnoli.
Da quel momento in molti erano convinti che la sua carriera sarebbe svoltata, dato che aveva solamente 23 anni e aveva dunque una grande occasione per poter diventare un titolare della Juventus, magari convincendo anche la dirigenza a puntare su di lui anche per la stagione seguente in Serie A, ma purtroppo le cose da quel momento iniziano a peggiorare.
Nel corso della stagione Didier Deschamps gli diede moltissime occasioni per poter mettersi in mostra, disputando dunque in totale 28 presenze e segnando unicamente quel gol a Rimini, ma le sue prestazioni calarono sensibilmente nel corso del campionato, convincendo così la società a venderlo alla fine della stagione.
Venne venduto all’altra neopromossa di quel campionato, ovvero il Genoa ma in Liguria non riuscì mai a dimostrare il proprio talento, fermato anche da diversi infortuni e poi iniziando a girovagare per le serie minori, finendo molto spesso anche in Serie C.
Lo so carriera terminò abbastanza presto, infatti già nel 2016, quando aveva solamente 33 anni decise di appendere gli scarpini al chiodo, dopo un’altra stagione ampiamente deludente con la maglia del Crotone, ma il calcio per lui è rimasto il suo lavoro.
Dall’anno successivo iniziato entrare nei vari staff tecnici per poter portare la sua esperienza e la sua intelligenza calcistica a servizio delle varie squadre, con la carriera che da questo punto di vista sta andando sempre meglio.
Dopo aver fatto il collaboratore al Genoa, infatti è diventato il vice fidato di Ivan Juric, seguendolo prima al Verona e infine adesso al Torino.
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