Gattuso, in campo, ha sempre dato tutto e a volte superava anche i limiti; tutti ricordiamo il match in cui perse letteralmente la testa.
Uno dei giocatori più importanti del calcio italiano è stato, senza ombra di dubbio, Gennaro Gattuso; cuore, corsa, grinta e quella rabbia agonistica capace di far innamorare i tifosi del Milan. Il classe 1978, infatti, è stata una vera e propria leggenda del club rossonero con cui ha scritto pagine meravigliose. In campo dava sempre il cento per cento e non concepiva minimamente un risultato diverso dalla vittoria; perdere gli dava fastidio e lo dimostrava senza mezzi termini. Tutti ricordiamo quella volta in cui si infuriò letteralmente con la sua panchina.
Siamo nella stagione 2009-2010 (quella del triplete dell’Inter di Mourinho) e alla seconda giornata è già derby di Milano, una partita mai banale tra due grandi club del calcio italiano. Nonostante la stagione fosse alla battute iniziali, quella partita avrebbe detto molto del futuro del campionato. I rossoneri partono bene ma non riescono ad essere incisivi; tutto l’opposto di quanto fatto dall’Inter che alla mezz’ora passa con una bellissima azione finalizzata da Thiago Motta.
Il match, però, cambia definitivamente in tre minuti; prima il rigore dell’Inter con conseguente ammonizione per Gattuso e poi secondo giallo per un fallo commesso ai danni di Sneijder. E’ proprio in questo caso che il centrocampista rossonero andò fuori di testa inveendo contro la sua panchina; Gattuso, infatti, aveva chiesto il cambio ma Seedorf ci impiegò più del dovuto a prepararsi per scendere in campo.
La rabbia del centrocampista rossonero fu piuttosto evidente; circostanza in cui abbiamo avuto modo di capire quanto ad uno come Gattuso non piacesse uscire dal campo con una sconfitta.
Siamo alle battute finali di questo campionato e il Milan ha lo scudetto nelle proprie mani; i rossoneri, infatti, con tre giornate da giocare hanno due punti di vantaggio sull’Inter e con due vittorie ed un pareggio potrebbero festeggiare il titolo di campioni d’Italia. Il problema, rispetto ai nerazzurri, è un calendario molto più complesso: Verona, Atalanta e Sassuolo non sono impegni semplicissimi per una squadra relativamente giovane con tutta la pressione nei propri piedi.
Ecco perché un giocatore come Gattuso avrebbe fatto molto comodo in questo finale di stagione; indipendentemente dalla sua importanza a livello tattico, avrebbe messo quella leadership e quella cattiveria, agonistica, capace di trascinare il resto dei compagni. Cuore, grinta, determinazione e la voglia di vincere sempre: Gattuso, in tutte le sue sfumature, sarebbe stato sicuramente un valore aggiunto in questo rush finale.
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