Gli atleti della Serie A sono sempre stati visti come degli assoluti esempi di perfetta disciplina, peccato che non tutti sono stati attenti.
Il mondo del calcio è meraviglioso perché è estremamente vario, tanto è vero che sono tantissimi i giocatori che nel corso degli anni sono stati in grado di modificare il proprio atteggiamento, dimostrandosi in certi casi degli atleti a dir poco rivedibile, con dei modi di fare che hanno molto spesso lasciato a bocca aperta, come per il caso di un noto cannoniere della Serie A.
La Serie A di fine anni ’90 inizio nuovo millennio è sicuramente una delle più amate nella storia, tanto è vero che sono stati moltissimi i calciatori di questa epoca che sono stati considerati a tutti gli effetti delle icone assolute di uno sport che per molti non c’è più.
Una delle figure più importanti che si siano mai viste, soprattutto in provincia, è stato senza ombra di dubbio Dario Hubner, con il cannoniere del Piacenza e del Brescia su tutte, che ha saputo vincere addirittura una classifica marcatori giocando con gli emiliani e arrivando a pari gol fatti con una leggenda come David Trezeguet.
Il suo modo di fare però era a tutti gli effetti quello dell’antidivo, con il bomber di provincia che per un breve periodo aveva anche avuto l’opportunità di giocare ad alto livello, con il Milan che gli aveva concesso una tournée per poter giocare con il Diavolo, ma non andò per nulla bene.
Ancelotti lo vide tra un tempo e l’altro mentre era chiuso nel bagno che si stava fumando una sigaretta, un atteggiamento che non poteva essere in alcun modo accettato da un grande club come quello rossonero, ecco dunque perché fu costretto a fare subito le valigie.
Dario Hubner, il bomber con il vizio del fumo
Sono stati pochi gli attaccanti che non hanno mai vestito maglie gloriose e che sono riusciti a entrare così tanto nella storia come Dario Hubner, per tutti Tatanka, uno di quegli elementi che era in grado di impressionare le difese avversarie in qualsiasi circostanza, grazie a una potenza fisica e a un senso del gol che possedevano davvero pochissimi suoi colleghi.
Hubner era l’esatto opposto del calciatore modello, tanto è vero che per moltissimi anni ha giocato in serie minori e ha dovuto anche lavorare per poter resistere e portare avanti il proprio sogno e alla fine ce l’ha anche fatta, con molti che lo avrebbero voluto vedere al Mondiale di Corea del Sud e Giappone nel 2002.
I suoi 24 gol in quella stagione hanno portato i Lupi emiliani a una memorabile salvezza, con Dario che ha potuto così entrare nel mito assoluto, peccato che l’età non era più delle più giovani e già nel 2004 passò all’Ancona dove fu purtroppo protagonista della disastrosa retrocessione dei marchigiani.