Il calcio alle volte sa essere estremamente crudele a causa di alcuni eventi che sconvolgono i tifosi delle delle squadre d’Italia.
Le partite di calcio sono sempre state viste come una vera e propria festa popolare che sapevano portare con sé la gioia e l’entusiasmo per avvenimenti davvero speciali che permettevano a intere popolazioni di riunirsi attorno alla passione per il pallone, ma purtroppo ci sono stati alcuni casi nei quali non vi è stato davvero nulla di che festeggiare e che ha portato solamente a un momento di profonda commozione.
Quando si scende in campo la speranza è sempre quella di poter dare tutto sé stessi per contribuire alla vittoria della propria squadra che vede la possibilità di poter arrivare a traguardi e titoli, oppure a salvezze memorabili che riescono anche in quel caso a entrare nell’immaginario collettivo.
La Serie B viene spesso definita come il campionato degli italiani, perché ha la capacità di unire grandi città che non vedono l’ora di poter tornare nel massimo campionato, con realtà minuscole che vivono un vero e proprio sogno a occhi aperti per essere in grado di giocare certi tornei.
Questo campionato è dunque una vera e propria festa popolare che sa unire le città da Nord a Sud e che permette alla gente di andare allo stadio con il sorriso per poter tifare la propria squadra del cuore, pur sapendo che difficilmente questa potrà un giorno regalare la gioia di un campionato e finire nelle prime pagine dei giornali.
Il 14 aprile 2012 avrebbe dovuto essere un’altra giornata come tante in Serie B, invece è diventato tristemente un giorno noto al grande pubblico italiano perché si è consumata una delle più note e tristi tragedie della storia del calcio italiano.
La partita in questione era Pescara-Livorno, due squadre che nutrivano ambizioni diverse, dato che gli abruzzesi erano alla ricerca della promozione in Serie A grazie al trio Immobile, Insigne e Verratti con Zeman in panchina, mentre i toscani erano in fase calante dopo qualche anno di Serie A e stavano rischiando la retrocessione.
Tra gli amaranto giocava un ragazzo che era stato preso in considerazione già quando era giovanissimo con la maglia dell’Atalanta e quel qualcuno era Piermario Morosini, un ragazzo che aveva avuto modo di mettersi in mostra anche con la maglia dell’Under 21, ma che non riuscì mai a compiere il grande salto di qualità.
A Livorno aveva però trovato la sua dimensione ed era uno dei leader dello spogliatoio e quel giorno la partita si era messo nel migliore dei modi per gli ospiti, con i toscani che segnarono in pochi minuti due volte portandosi così su uno 0-2 che faceva ben sperare, ma a un certo punto ecco la tragedia.
Piermario Morosini si accasciò a terra e a quel punto tutti capirono che si stava per compiere la tragedia, con il bergamasco che ebbe un arresto cardiaco e allo stadio Adriatico di Pescara incredibilmente mancavano i defibrillatori, che forse sarebbero stati comunque inutili, ma che magari avrebbero potuto salvargli la vita.
I giocatori in campo iniziarono a piangere disperati, tutti avevano perfettamente capito che cosa era successo e a quel punto la tragedia si era compiuta, togliendo la vita a un ragazzo che nella sua vita aveva davvero sofferto tantissimo.
Non avrebbe dovuto finire così la carriera di Piermario Morosini, un giocatore che a livello giovanile aveva ben figurato con il solito scintillante vivaio dell’Atalanta, ma purtroppo crescendo non riuscì a rendere al meglio finendo immischiato nella Serie B dopo una sfortunata esperienza all’Udinese.
In Under 21 arrivò quando ormai in pochi credevano in lui, eppure la sua gioia in campo e nello spogliatoio aveva portato Pierluigi Casiraghi, tecnico degli Azzurrini a continuare a convocarlo perché la sua sola presenza era positiva all’interno dello spogliatoio e questo non verrà mai dimenticato.
La cosa che sconvolse tutti fu vedere come i giocatori di Pescara e Livorno capirono immediatamente quello che era successo iniziando a piangere disperatamente e con lo stadio Adriatico che si ammutolì di colpo.
Negli anni a venire sono state tantissime le dediche anche di grandi campioni al termine di diversi successi nei confronti di Piermario, probabilmente un ragazzo con la Juventus nel cuore, dato che sono state tantissime le dichiarazioni d’affetto e le dediche di Buffon e Bonucci in moltissime vittorie della Signora.
Morosini era stato un ragazzo tremendamente sfortunato che da giovanissimo aveva perso prima la madre e poi il padre, fino ad arrivare a quel terribile 2004 dove fu costretto ad assistere al suicidio del fratello, che non riuscì a resistere alla terribile situazione, data anche la presenza di una sorella invalida e costretta a ricevere continue cure.
Nonostante questo Piermario ha sempre reagito con gioia e con il sorriso, come fanno i migliori, come fanno coloro che sanno di essere nel giusto e non abbattendosi minimamente se la sua carriera non è stata come aveva sperato, perché la vita era stata davvero difficile e ingiusta con lui.
Se n’è andato il 12 aprile 2012 all’interno di un campo da calcio, forse dove avrebbe voluto salutare tutti e alla fine è giusto ricordarlo ogni volta che ricorre la data del suo triste addio alla vita, perché ogni amante di questo splendido e a volte crudele sport, avrà sempre uno spazio nel proprio cuore da dedicare a Piermario Morosini.
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