Una rissa tra compagni di squadra è un qualcosa che capita nel mondo del calcio, con anche i migliori che ogni tanto cadono in errore.
Lo sport è sempre stato un volto pulito e splendente della società, tanto è vero che si è sempre cercato di rapportare ciò che accadeva all’interno del rettangolo verde alla vita di tutti i giorni, anche se purtroppo era spesso il calcio che doveva fare i conti con l’irrazionalità della vita di tutti i giorni arrivando così a delle risse interne tra compagni di squadra davvero senza senso.
Uno spogliatoio unito e con giocatori di grande classe che sono disposti a sacrificarsi l’uno per l’altro è sicuramente uno dei grandi segreti che permette di poter costruire una squadra vincente e sono tantissimi i casi nella storia che testimoniano questo tipo di legame tra armonia e risultati.
Il caso massimo è stato probabilmente dettato dall’Italia di Roberto Mancini nell’ultimo Europeo, una rosa partita senza i favori del pronostico a inizio torneo e che si è ritrovata compatta come non mai per tutto il mese del torneo continentale che ha dato la possibilità agli Azzurri di ottenere il secondo titolo continentale della propria storia.
Non è chiaramente solamente questo l’unico caso, ma ce ne sono stati moltissimi altri, con la Juventus che è sempre stata vista come un esempio positivo da seguire, dove il bene comune era la vittoria dei bianconeri con nessun giocatore che doveva in alcun modo permettersi di elevarsi a entità superiore rispetto al bene della squadra.
Ogni tanto però anche a Torino qualcosa che non è andato per il verso giusto c’è stato e questo ha portato a una serie di problemi già nell’immediato, tanto è vero che uno Scudetto che sembrava già vinto ha iniziato a vacillare sempre di più, tanto da vincere unicamente all’ultima giornata di campionato.
Siamo nella stagione 2005-06, anni in cui il calcio italiano venne completamente stravolto dallo scandalo legato a Calciopoli, con la Juventus che sul campo stava dominando, disputando un girone d’andata ai limiti della perfezione, ma incappando in una serie di risultati negativi nel ritorno.
Furono molti i punti persi dalla Signora e uno dei grandi problemi erano sicuramente dettato da uno spogliatoio che stava scoppiando, tanto è vero che si arrivò alle mani tra due giganti della squadra, ovvero Zlatan Ibrahimovic e Joanthan Zebina.
I due si scontrarono in allenamento in modo molto violento, tanto che ne scaturì immediatamente la rissa, con lo svedese che tirò una testata la francese per poi continuare a infierire su di lui con alcuni spintoni che resero malconcio l’ex giocatore della Roma.
“Lo vidi due ore dopo in sala massaggi con il ghiaccio premuto sulla faccia, avrebbe avuto un occhio nero per un pezzo“.
Così ha dichiarato qualche tempo Ibrahimovic, quando ormai la sua carriera era già ben lontana dal Delle Alpi e gli attriti tra i due non vennero mai completamente sanati, nonostante i due sembravano essere molto affiatati dato il carattere molto simile dei due, ma purtroppo due cariche positive non si attraggono.
Ibrahimovic contro Zebina, dalla Juventus alla Ligue 1
Spesso si dice che il tempo è in grado di rimarginare qualsiasi tipo di ferita, ma non per quanto successo tra Ibrahimovic e Zebina, con i due giganti che non ricucirono mai i rapporti tra di loro, tanto è vero che lo svedese si macchiò davvero di un brutto gesto nel 2013 che fece molto discutere.
L’attuale attaccante del Milan giocava con la maglia del Paris Saint Germain, mentre Zebina aveva deciso di lasciare definitivamente l’Italia dopo una fugace apparizione non troppo fortunata nel Brescia e così venne acquistato dal piccolo Troyes e le due squadre si affrontarono in campionato.
La superiorità dei parigini era evidente, tanto che la squadra vinse per 4-0 proprio con una doppietta di Ibrahimovic, con Ancelotti che decise di regalargli la standing ovation dal suo pubblico sostituendolo, ma così facendo gli diede l’opportunità di rivedere Zebina che quel giorno era rimasto in panchina.
Lo svedese lo guardò e mimò il gesto della pistola avendo chiaramente puntato il francese, con la Federazione francese che fu in estremo imbarazzo per l’accaduto, anche perché in quel momento il campionato era in fase di crescita e non poteva in alcun modo squalificare Ibrahimovic rischiando di perdere a fine anno lo svedese.
Ecco dunque che fu richiesta una dichiarazione ufficiale da parte del giocatore che chiedeva apertamente scusa a Zebina per l’atteggiamento tenuto nel finale della partita tra Paris Saint Germain e Troyes, così la Federazione credette di aver salvato la faccia, anche se in realtà fu semplicemente un qualcosa di molto formale e poco sentito.
Ibrahimovic sembra davvero avere grossi problemi con i difensori di grossa statura, basti pensare infatti anche ai problemi che ha avuto con il Milan con lo statunitense Onyewu, altro giocatore che ha finito per dar vita a una rissa con lo svedese che nello spogliatoio è sempre stato croce e delizia.
Zlatan infatti non è mai stato uno con un carattere molto semplice, ma in campo era in grado di trascinare i compagni alla vittoria, ecco dunque perché il ragazzo nato e cresciuto a Malmo è a tutti gli effetti uno dei più grandi della sua generazione, un giocatore che verrà ricordato per sempre nella storia del calcio perché è stato un campionissimo nonostante qualche bizza.