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“Servono i peperoncini, è maledetta” Lo strano caso che ha sconvolto la Serie A

La superstizione è un qualcosa alla quale nessuno crede realmente, ma la vendita dei peperoncini si è raddoppiata dopo quello che è accaduto.

Siamo ormai nel terzo millennio con la tecnologia che ha fatto degli incredibili passi da gigante verso il futuro per poter riuscire a essere quanto più precisa possibile nel poter dare una risposta a tutte le domande dell’uomo, eppure sono ancora in moltissimi a essere convinti che solamente facendo determinati gesti allora si possa cacciare la sfortuna, come per esempio con l’utilizzo dei peperoncini, ed è ciò che ha fatto anni fa una nota squadra di calcio.

Peperoncino buona fortuna (Ansa Foto)

La fortuna e la sfortuna sono due facce della stessa medaglia, perché alla fine entrambe sono delle conseguenze che non possono essere prestabilite e razionalizzate, semplicemente accadono e basta dovendo cercare di farsi una ragione il più possibile su certi avvenimenti.

Siamo in un’epoca nella quale la scienza è stata in grado di dimostrare tantissime teorie sensazionali permttendo così di evolverci sempre di più cercando di arrivare a delle teorie e soluzioni che potessero essere determinanti per il miglioramento della vita quotidiana di tutti noi.

Dunque a questo punto diventa chiaro come la superstizione dovrebbe essere considerata a tutti gli effetti un qualcosa di superato e che non possa più essere considerata come qualcosa in grado di cambiare la vita di tutti i giorni, ma invece in molti casi tanti piccole azioni della vita di tutti i giorni vengono condizionate da alcuni atteggiamenti poco lucidi.

La Roma è una delle squadre più blasonate in Italia e in Europa, con la Capitale che è anche la grande culla della civiltà e della cultura europea, per questo motivo ci si aspetta grande maturità riguardo a certe tematiche da questa città e da questa società, eppure non sempre è così.

Dobbiamo tornare infatti al 2005, anno in cui Luciano Spalletti sedeva per la prima volta sulla panchina giallorossa e quella sarebbe stata la penultima stagione nella storia della Serie A dove ogni squadra avrebbe deciso con che tipo di pallone poter giocare, prima della riforma del 2007 dove portò la Lega Calcio a distribuire lo stesso per tutte le venti squadre del massimo campionato.

Era un modo molto simpatico per avere delle distinzioni tra le varie squadre, così bastava vedere la sfera per capire immediatamente dove si giocava, anche se in realtà non era del tutto regolamentare dato che non tutti avevano lo stesso peso e dunque era possibile che il trattamento dei fondamentali potesse essere diverso.

La Roma scelse di iniziare l’anno con un pallone molto particolare, metà giallo e metà rosso, in modo tale da poter unire il più possibile la tifoseria alla squadra, anche perché la Lupa veniva da una stagione precendente a dir poco disastrosa.

Dunque il campionato doveva essere aperto nel miglior modo possibile e i capitolini avevano vinto con un netto 0-3 la Reggina alla prima partita di campionato in trasferta a Reggio Calabria e dunque c’era grande entusiasmo in vista dell’esordio casalingo contro l’Udinese ma quella partita fu a dir poco maledetta.

I bianconeri di Cosmi vennero surclassati per tutta la partita, ma grazie a un tiro senza pretese di Muntari trovarono il gol della vittoria in seguito a una deviazione di De Rossi che superò un incolpevole Curci per la rete dello 0-1.

Il pallone giallorosso maledetto: cambiato dopo solo una partita

Sia prima che dopo la rete del ghanese, la Roma aveva letteralmente dominato il gioco in lungo e in largo, ma non era stata in grado di segnare le reti, con un Montella in versione aeroplanino di carta e con le polveri bagnate che si mangiò l’impossibile davanti a De Sanctis.

I giallorossi giocarono molto bene, anche se spesso in maniera troppo frenetica e confusa, per questo motivo non riuscirono a trovare la rete del pareggio con lo 0-1 che non cambiò più portando così a una dura sconfitta interna per la squadra di Luciano Spalletti e per la prima volta venne esonerato…il pallone.

Indubbiamente era una sfera davvero molto particolare, nessuno infatti mai prima di quella volta aveva mai avuto l’idea di utilizzare un pallone diviso in due con i colori sociali della squadra, ma quel Roma-Udinese fu anche l’ultimo dato che venne considerato da tutti come maledetto per la Lupa che non osò più disputare una partita con quello.

Si tornò dunque al vecchio e piacevole pallone bianco e a dirla tutta forse avevano ancora ragione dalle parti di Trigoria, anche se ci volle parecchio tempo prima di dare il via a una splendida cavalcata, perché nel girone d’andata la Lupa continuò a faticare e non poco.

A un certo punto però la squadra riuscì a cambiare completamente il passo ottenendo la bellezza di 11 vittorie consecutive, quello che a tutti gli effetti era un record nella storia del calcio italiano, che sfortunatamente durò solamente un anno dato che nella stagione seguente l’Inter chiuse a 17.

La Roma dunque era una squadra che sapeva giocare a calcio e soprattutto divertiva, ma aveva bisogno di tempo per poter trovare la quadra e dare la possibilità all’ottimo tecnico ei Certaldo di trovare le giuste idee per poter far volare i giallorossi.

Alla fine probabilmente sarebbe andato bene anche il pallone giallorosso per poter continuare a vincere, ma alla volte la malasorte va combattuta in ogni modo possibile e immaginabile, così il Belpaese ha regalato anche l’allontanamento del pallone.

di
Francesco Domenighini

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