I soldi sono sempre stati il mezzo per poter muovere il mondo del calcio e creare grandi squadre, ma alle volte hanno portato al disastro.
Il calcio è da oltre 100 anni lo sport più amato e apprezzato in tutto il mondo e questo è dovuto in particolar modo alla sua semplicità, al fatto che si possa giocare in qualsiasi luogo e con qualsiasi mezzo a disposizione, sono famosi infatti i giocatori brasiliani che sono cresciuti con una palla fatta di stracci, e che ha quindi permesso di accendere la fantasia di tutti i bambini.
Come tutte le cose che devono però rispettare certi bilanci e certe regole economiche però è chiaro che i soldi nel corso del tempo abbiano preso sempre di più il sopravvento e che senza di essi fosse diventato davvero impossibile poter pensare di costruire grandi squadre, ma purtroppo in certi casi si è davvero esagerato arrivando a un vero e proprio disastro.
Il calcio è uno di quegli sport che più di tutti è stato in grado di creare dei fenomeni sociali, in grado di unire più popoli e di essere visto nel corso del tempo come un mezzo di speranza per poter uscire dalla misera, diventando un personaggio noto, conosciuto e con una disponibilità economica importante.
Sono stati tantissimi i giocatori che hanno saputo trovare riscatto con questo magico sport, in particolar modo da nazioni più fragili come quelle del Sudamerica o dell’Africa, con le storie magiche di un George Weah, che dopo essere cresciuto in Liberia, uno dei Paesi più poveri al mondo, è stato in grado di scalare tutte le maggiori vette d’Europa e vincere nel 1995 il Pallone d’oro.
Non si può dunque demonizzare il alcun modo l’utilizzo dei soldi all’interno del calcio, in quanto questo si tratta ormai da più di 100 anni di una professione a tutti gli effetti che permette non soltanto di vivere agli atleti, ma anche a tutta una serie di persone che ruotano attorno a questo sport, dai giornalisti ai medici sportivi, passando per magazzinieri, giardinieri e anche chi vende i panini fuori dagli stadi ai tifosi.
Purtroppo, come in tutte le cose, quando girano molti soldi è anche facile imbattersi con degli individui davvero poco raccomandabili e figure che hanno portato alla rovina il calcio che ha sempre dovuto trovare la forza per rialzarsi, coprendo di marcio e di vergogna questo sport con l’introduzione del calcioscommesse.
Quando si parla di scommesse non si parla in alcun modo dei ragazzi che decidono di giocare pochi euro alla Snai o a qualche altra ricevitoria, che è la semplice evoluzione del TotoCalcio, ma si parla di personaggi legati alla malavita che riescono a corrompere i vari giocatori per poter scommettere in anticipo sul risultato esatto della partita.
Ci sono molte testimonianze del fatto che il fenomeno sia sempre stato tristemente frequente in tutto il mondo, in particolar in quelle squadre dove giravano pochi soldi, ma lo scandalo divenne spiattellato al grande pubblico il 23 marzo del 1980, quando al termine delle partite entrò in campo la Guardia di Finanza arrestando seduta stante diversi giocatori, alcuni dei quali anche degli idoli delle folle.
23 marzo 1980: il calcio italiano trema di fronte allo scandalo delle scommesse
Il calcio italiano subì un vero e proprio ciclone di fango il 23 marzo 1980, a pochi mesi da Europeo che sarebbe stato organizzato proprio nel Belpaese, e la motivazione scaturì dalla confessione dei due malavitosi che avevano cercato di corrompere i vari giocatori, ovvero Massimo Cruciani e Alvaro Trinca.
I due erano soliti cercare di adescare i vari giocatori nel ristorante di Roma “La Lampara” e da qui cercarono di combinare un gran numero di partite in modo tale da poter avere dei vantaggi e dei guadagni economici, con la Guardia di Finanza che stabilì che Palermo-Lazio dell’1 novembre 1979 sarebbe stata la prima partita incriminata, terminata in pareggio come da accordo.
I biancocelesti furono considerati colpevoli anche della sconfitta per 2-1 di San Siro con il Milan, ma a un certo punto “l’accordo” con i giocatori biancocelesti svanì e Lazio-Avellino terminò in pareggio nonostante non fosse quello il risultato prestabilito, dando il via a una serie di sconfitte del duo che si trovò con un ammanco di oltre 100 milioni di lire.
A quel punto i due, che non avevano ormai più niente da perdere, decisero di denunciare l’accaduto e fu uno scandalo di proporzioni epiche che coinvolse anche alcuni grandissimi giocatori, su tutti Paolo Rossi, capocannoniere della stagione 1977-78, e Ricky Albertosi, portiere vicecampione del mondo con l’Italia nel 1970.
Furono tantissimi i giocatori che vennero arrestati seduta stante e le conseguenze alla fine del campionato furono drammatiche per tutte quelle squadre che vennero considerate colpevoli e il pugno di ferro venne utilizzato con Milan e Lazio, entrambe retrocesse in Serie B.
La situazione fu complicata anche per Avellino e Bologna che rimasero in Serie A, ma con ben 5 punti di penalizzazione, in un’epoca in cui la vittoria valeva due punti, ma alla fine irpini ed emiliani riuscirono a salvarsi, mentre la stessa sorte non fu favorevole per il Perugia che lo stesso ammanco di punti finì per retrocedere solo due anni dopo aver ottenuto uno storico secondo posto senza sconfitte.
La stessa penalità toccò anche in B a Palermo e Taranto, con i pugliesi che retrocedettero in Serie C1, e quindi si può dire apertamente che questo scandalo del calcio italiano ha portato con sé una serie incredibili di conseguenze negative, ma prima di tutto ha tolto per tanti mesi la passione del popolo dello Stivale nei confronti del gioco più bello del mondo.