L’eliminazione della Juve dalla Champions ha rialzato i dubbi sul futuro del calcio italiano e dunque le grandi firme hanno detto la loro.
Ogni volta che tutte le squadre italiane vengono eliminate dalla Champions League è ormai consuetudine da parte dei vari opinionisti di punta di tracciare le linee guida che spesso e volentieri risultano come sempre parole al vento e che non hanno il benché minimo senso cercando di fare di tutta l’erba un fascio e di non dare mai una spiegazione lucida.
Il calcio italiano sta sicuramente vivendo un periodo di profonda crisi, ma è innegabile che non ci sia la possibilità in alcun modo di collegare i problemi di una singola squadra a tutto un movimento, dove le difficoltà sono a monte e sono ben diverse da squadra e squadra e dunque un noto giornalista ha deciso di parlare apertamente della questione.
Anche quest’anno l’Italia non avrà una squadra capace di vincere la Champions League e questo accade ormai ininterrottamente da ben dodici anni, ovvero da quel 2010 che consolidò l’Inter come prima forza del Continente europeo e da allora sono arrivate solo delusioni.
Nessuna squadra è più riuscita ad alzare nessun titolo europeo, con le più vicine farlo che sono state anche nerazzurri e bianconeri, con i meneghini che hanno perso, sempre nel 2010, la finale di Supercoppa Europea contro l’Atletico Madrid e nel 2020 l’ultimo atto dell’Europa League contro il Siviglia, mentre la Juventus si è fermata sul più bello nel 2015 e nel 2017 contro Barcellona e Real Madrid.
Per il resto ci sono stati solo piazzamenti e trionfi estemporanei e anche quest’anno la grande Europa rimane un miraggio, con Milan e Atalanta eliminate dalla fase a gironi e Juventus e Inter fuori agli ottavi di finale e quella che fa più male di tutte è sicuramente quella della Signora.
I campioni d’Italia se la sono giocata fino all’ultimo con il Liverpool, una delle grandi favorite per il successo finale alla vigilia, mentre la banda di Allegri è uscita con un Villarreal sicuramente inferiore rispetto ai torinesi.
A questo punto in molti hanno tirato fuori il solito discorso trito e ritrito sul fatto che il calcio italiano sia da cambiare da cima a fondo e che non abbia possibilità di crescita, ma chi ha voluto andare controtendenza è stato Fabrizio Biasin che ha apertamente spiegato come l’eliminazione della Juventus sia un problema organizzativo dei bianconeri che rappresentano l’unica vera squadra italiana in grado di avere grandi risorse economiche.
La frase ha fatto scattare un vero e proprio trambusto generale su Twitter e sono stati in molti a sentirsi risentiti, ma è indubbio che in Italia erano solamente due le squadre in grado di investire grossi capitali e il problema legato al governo cinese ha tolto l’Inter dalla questione, obbligando i nerazzurri a un continuo rifinanziamento, che probabilmente avverrà anche in estate.
Esiste quindi una ricetta per poter salvare il calcio italiano e farlo tornare agli antichi splendori oppure dobbiamo rassegnarci a tutti gli effetti che i grandi campioni sono destinati a cercare successo in altri luoghi?
Per quanto riguarda la crescita dei club in tutta Europa, il denaro è la principale componente dalla quale non si può non transigere per poter costruire una grande squadra e vincente e questa è purtroppo il primo e chiaro tassello che viene troppo spesso citato.
I calciatori sono professionisti, qualcuno li chiama mercenari ma fortunatamente è calcio e non guerra, e dunque cercano di fare i propri interessi non attaccandosi a una bandiera o a una maglia, ma cercando unicamente di diventare grandi e arricchendo il proprio conto in banca.
I soldi non fanno tutto, la dimostrazione è palese nel vedere le squadre degli sceicchi come Paris Saint Germain e Manchester City che ancora oggi non hanno vinto la Champions League, ma dallo stesso punto di vista risulta chiara e lampante un dettaglio.
Queste due grandi squadre hanno sempre perso con altre squadre in grado di investire tanti soldi, come possono essere il Chelsea, il Bayern Monaco, il Real Madrid o il Liverpool e non si può pensare che i vivai possano essere la salvezza.
Quanti e quali sono i giocatori che crescono dal vivaio e vengono lanciati nelle squadre di vertice? Il numero è davvero minimo e irrisorio, certo possiamo notare la presenza di gente come Foden, Mount, ma sono piccoli casi rari di giocatori che hanno dimostrato già in età giovanile di essere dei campioni.
I soldi non sono sicuramente l’unico fattore, serve una dirigenza forte che sappia tenere coeso lo spogliatoio e questo denaro deve essere ben speso, ma non esiste in questo momento una squadra di vertice che non spenda tanto e non abbia di che investire.
E non parliamo di bilanci che, per quanto estremamente in rosso, le squadre italiane in confronto a Inghilterra e Spagna sono davvero rosei, eppure sono quelle due nazioni che stanno tenendo i mani i fili del gioco, perché il debito permette di far girare i soldi e dunque i giocatori.
In Italia servono leggi chiare che possano aiutare il movimento a crescere e che permettano agli imprenditori di investire senza essere tartassati dalle tasse, altro fattore che limita il Belpaese rispetto all’estero, e allora solo a quel punto si potrà parlare di tutta una serie di altri fattori che potrebbe aiutare il calcio italiano a crescere.
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