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Da Allegri ad Allegri, un lungo percorso per non cambiare niente e i tifosi urlano:” Siamo stufi”

La Juventus ha cambiato tanti allenatori in questi anni, ma alla fine è tornata al punto di partenza con Max Allegri, ma è cambiato qualcosa?

La delusione derivata dalla sconfitta interna e molto pesante per 0-3 contro il Villarreal ha portato con sé indubbiamente molte critiche e polemiche attorno all’ambiente della Juventus che in questo momento non sa bene come comportarsi, se provare a fare quadrato e continuare con il progetto o dare vita all’ennesimo e clamoroso ribaltone.

Massimiliano Allegri è al centro di questa diatriba che sta accendendo gli animi dei tifosi che vorrebbero già da subito la testa del tecnico, considerato come un incompetente che è stato la rovina della Juventus sia in passato, nonostante i risultati dicano altro, che del presente, dove non sta riuscendo a ripetere i successi ottenuti.

Massimiliano Allegri Juventus (LaPresse)

Ancora una volta, per il terzo anno consecutivo, la Juventus è di fronte all’ennesimo fallimento internazionale che mette la Signora in una condizione ancora una volta di esser giudicata e imputata di fronte al grande calcio europeo e italiano che non ha la minima intenzione di fare sconti a nessuno.

La situazione è probabilmente la più tragica di sempre e non vi è dubbio alcuno che il progetto del secondo Allegri non sta procedendo in alcun modo come sperato, tanto è vero che questa eliminazione contro il Villarreal è sicuramente la più dolorosa di tutta questa lunga serie.

Certo, fu molto bruciante anche la prima con l’Ajax, con i bianconeri che allora erano partiti con tutte le migliori intenzioni per provare a vincere la Champions League in seguito all’arrivo di Cristiano Ronaldo, e furono molto cariche di polemiche e di rancore anche quelle con Lione e Porto, ma il risultato di ieri è davvero chiaro ed evidente a tutti.

Con francesi e portoghesi, la Juventus era sempre uscita per la regola dei gol in trasferta, che tra l’altro oggi non esiste più e che dunque avrebbe potuto dare un esito diverso, ma dopo la doppia sfida con il Villarreal ne esce una squadra totalmente con le ossa rotte e con una sconfitta interna che non lascia possibilità di replica.

Non può bastare un buon inizio di partita per far dimenticare lo scempio dei minuti finali che hanno portato la Signora a distruggere la gara e a subire tre reti nel giro di pochi istanti, concludendo così il doppio confronto con un pesantissimo 4-1 complessivo che fa davvero tanto male.

Il principale colpevole viene ancora una volta visto come l’allenatore, ma la guida tecnica è cambiata sempre in questi quattro anni, partendo da Max Allegri e tornando ancora una volta al tecnico toscano, allenatore che ha sempre diviso e non poco la piazza e anche adesso sono in tanti a difenderlo, mentre altri lo rimproverano.

Insomma, la domanda che sorge spontanea è dunque una sola: ma c’è stato davvero così tanto demerito da parte dei vari allenatori che si sono susseguiti in questi anni sulla panchina bianconera, o forse non c’è mai stata la forza reale di costruire un progetto di primo livello come in occasione dei nove Scudetti di fila?

Allegri, Sarri e Pirlo, tre allenatori diversi per gli stessi risultati

Indubbiamente Max Allegri è un allenatore che ha sempre dimostrato di essere un grande gestore dal punto di vista umano e psicologico, infatti sono pochi quelli che hanno potuto rimanere per così tanto tempo sulla cresta dell’onda con la stessa squadra, mantenendola sempre ad altissimi livelli.

Il toscano ha però dallo stesso punto di vista già dimostrato grandi difficoltà nei momenti in cui veniva chiamato per poter ricostruire da dove era stato distrutto e la dimostrazione la sia aveva già avuto al Milan, quando nel 2013-14 venne esonerato dopo che la società aveva pesantemente smantellato la squadra.

Allegri infatti non è riuscito ad abbinare la propria voglia di vincere a qualsiasi condizione di fronte a una squadra senza più quei grandissimi campioni che aveva prima, perché è normale che un certo tipo di calcio lo si può fare con Nesta e Thiago Silva in campo, non con Zapata e Silvestre e lo stesso è questa Juve.

Il toscano non ha più gente come Khedira, Matuidi o Pjanic, per non parlare di chi aveva al primo anno con campionissimi del calibro di Pirlo, Vidal, Pogba e Marchisio, e dunque questo tipo di gioco sornione e che può essere sbloccato in ogni momento non va più bene per questa squadra.

Allegri infatti non ha saputo ricagliarizzarsi, ovvero tornate quel tecnico che in Sardegna aveva dimostrato non solo uno spiccato senso per la vittoria, ma fu anche determinante per permettere ai rossoblu di giocare davvero un gran calcio.

Sarri e Pirlo sono stati pesantemente bersagliati nella loro esperienza bianconera, e il paragone con Allegri li ha sempre inchiodati e sono stati moltissimi i tifosi che hanno intonato, quasi come una litania, il ritorno dell’ex Milan in panchina, ma purtroppo il tutto non è stato sufficiente.

Uno spogliatoio che non ha saputo legarsi tra vecchie glorie e nuovi giovani non sempre all’altezza hanno completato l’opera e forse in questo momento c’è davvero bisogno di una rivoluzione e non è per niente scontato che Allegri sia l’uomo giusto per questo grande ribaltone in seno alla squadra.

di
Francesco Domenighini

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