Mirko Vucinic è stato uno dei giocatori determinanti per la rinascita della Juve e per i primi Scudetti dei nove consecutivi, ma cosa fa ora?
La Juventus è una squadra che nella propria storia ha sempre avuto grandissimi campioni ed è per questo motivo che coloro che non sono riusciti mai nella propria carriera a diventare a tutti gli effetti delle icone assolute nel mondo del calcio, spesso e volentieri sono state dimenticate nonostante abbiano dato veramente l’anima alla causa bianconera.
Mirko Vucinic è sempre stato uno di quei giocatori del “Potrei ma non voglio”, un calciatore dalle caratteristiche e dalle qualità decisamente superiori rispetto alla media, ma che purtroppo le ha sempre mostrate in campo a corrente alternata non permettendogli di diventare un’icona assoluta, eppure alla Juve ha lasciato un gran ricordo e ora ha cambiato vita.
Essere un ottimo giocatore non basta per diventare un immortale nella storia della Juventus che ha sempre puntato al massimo e ha sempre cercato di avere i migliori giocatori possibili all’interno della propria rosa e non c’è da sorprendersi dunque se non c’è modo di ricordare tutti i grandi campioni della storia bianconera.
Mirko Vucinic è a tutti gli effetti uno di quei giocatori che è riuscito a mettere il proprio nome per sempre nella storia di Madama perché i suoi gol e le sue giocate sono state preziosissime e assolutamente determinanti per i successi della squadra nelle stagioni 2011-12 e 2012-13, in particolar modo nella prima dove riuscì a togliersi la soddisfazione del primo titolo.
Il montenegrino ha dunque avuto un ruolo determinante per alcuni titoli della Juventus e nei suoi anni a Torino è stato sicuramente uno dei giocatori più amati, ma la sua caratura non è mai arrivata a tal punto da poter essere considerato uno dei più grandi di sempre della scintillante storia della Signora.
Nel gennaio del 2014 fu a un passo dall’essere inserito all’interno di uno scambio con l’Inter per portare a Torino il colombiano Fredy Guarin, con la piazza meneghina che insorse considerando assurda la trattativa, dato che il sudamericano era nel pieno della carriera, mentre Mirko era ormai alla frutta.
La decisione di ascoltare la piazza per una volta si rivelò azzeccata, dato che a fine stagione Vucinic partì per il Medio Oriente, mentre Guarin non divenne mai un giocatore di grande livello restando sempre in quel limbo di grande incompiuto, ma almeno l’Inter riuscì a guadagnare circa 15 milioni di euro dalla sua cessione.
Dopo la parentesi mediorientale però Vucinic ha deciso per tanti anni di dire addio al calcio e passare a un altro sport che ha sempre rappresentato la sua grande passione, ovvero il golf, uno di quegli hobby che molto spesso viene anche deriso e sbeffeggiato, ma che per questo motivo permette di dimostrare a tutti come sia possibile crearsi una seconda vita.
Vucinic e l’amore per il golf fino al ritorno nel calcio
In molti hanno sempre pensato che il golf fosse unicamente uno sport per ricchi e per snob che non sapevano bene come trascorrere il proprio tempo e forse all’inizio anche Vucinic aveva intrapreso questa passione e questa esperienza per passare un po’ di tempo solo con sé stesso, tanto è vero che questo sport lo stregò solamente durante la sua esperienza a Roma.
In quel periodo racconta di aver giocato moltissimo in particolare con Matteo Brighi e a turno con tutti gli altri suoi compagni, mentre alla Juventus aveva due amici di giocata fissi, ovvero Simone Pepe e Carlos Tevez e a quel punto divenne normale per lui, una volta conclusa la carriera agonistica, diventare a tutti gli effetti un golfista professionista.
Vucinic infatti ha partecipato agli internazionali d’Italia maschili nelle annate 2018 e 2019, senza ottenere grandi risultati, ma potendo confrontarsi così con i migliori al mondo, dimostrando come il suo fosse un nome davvero ancora molto noto e prezioso nello sport mondiale, infatti entrò con la regola della wild-card.
Mirko ha sempre raccontato di come il golf sia uno sport estremamente rilassante e che ha bisogno di grande pazienza e capacità di non perdere la concentrazione e la calma e per questo motivo in molti sono rimasto sorpresi da questa passione di un giocatore che in campo era spesso spaesato e ogni tanto anche parecchio rissoso.
Dopo la chiusura forzata legata alla Pandemia del Coronavirus ha capito che era il momento di tornare al calcio e di pensare a come poter aiutare il più possibile la sua piccola nazionale che solo da pochissimi anni è diventata totalmente indipendente dalla Jugoslavia.
Il Montenegro infatti ha avuto tardissimo l’indipendenza dalla Serbia e da quel momento è sempre stato un orgoglio per i vari calciatori vestire la maglia della propria nazionale e scendete in campo a Podgorica per sentire l’inno, anche se la qualificazione a Mondiali o Europei è ancora molto lontana.
Vucinic allora ha deciso di portare la propria esperienza direttamente sul campo, diventando così il vice del c.t. Miodrag Radulovic e ora il suo grande obbiettivo non è più quello di fare gol o di mettere una pallina in buca, ma di far crescere una nuova grande generazione che possa rendere memorabile il calcio in Montenegro.