La Spagna è una delle nazioni storiche e con i club più gloriosi in assoluto e riuscire a segnare a uno di essi è un enorme che pochi vantano.
Il calcio spagnolo è da sempre uno dei più importanti di sempre nella storia del calcio e la presenza di club come Barcellona o Real Madrid è stata in grado di scrivere pagine epiche di storia e per questo motivo i giocatori che sono stati in grado di risultare fatali a queste corazzate sono entranti di diritto nella storia anche solo per una notte.
La Juventus ha avuto tanti giocatori di primo livello nella propria storia, ma anche delle riserve che sono riuscite nella maniera più inaspettata e inattesa a diventare pezzi fondamentali del mito di Madama segnando due dei gol più importanti di sempre e nel momento più importante.
La storia del calcio mondiale ha pochissimi nazioni che in oltre 90 anni di storia possono vantare la vittoria di una Coppa del Mondo e l’ultima a riuscirci è stata la Spagna, nazione che era davvero incredibile che non fosse riuscita a entrare nella storia già molto tempo prima del 2010.
La nazionale iberica ha sempre avuto una grandissima tradizione calcistica, soprattutto a livello di club dove ha potuto regalare al Continente due squadre epiche e leggendarie come Real Madrid e Barcellona, forse due delle più grandi realtà in assoluto che il calcio mondiale abbia mai veramente potuto apprezzare.
Poter decidere le partite europee contro Blancos o blaugrana è un onore davvero immenso per tutti i giocatori e in pochi anni la Juventus ha avuto modo di eliminare entrambe le super corazzate in due partite a dir poco emozionanti in Champions League riuscendo a regalare al Continente un protagonista davvero incredibile: Marcelo Danubio Zalayeta.
L’uruguaiano è sempre stato una riserva della squadra bianconera e nel 2003 entrò in campo al Camp Nou nella tesissima sfida contro il Barcellona dopo che al Delle Alpi la sfida era finita per 1-1 e lo stesso era capitato in terra catalana perché dopo la rete di Nedved era arrivato il pari di Xavi.
Si andò così all’extra time dove da un cross dalla destra di Birindelli arrivò la fantastica deviazione di destro al volo del Panterone che superò Bonano segnando il Golden Goal che valse la qualificazione, ma la grande vene realizzativa contro le spagnole non era finita lì.
Due anni dopo la Juventus di Fabio Capello venne sorteggiata agli ottavi di finale contro il Real Madrid e dopo aver perso al Bernabeu per 1-0, fu David Trezeguet a portare la sfida ai supplementari e a pochissimi istanti dalla fine si esaltò ancora una volta Zalayeta che calciò al volo da posizione centrale e superò Casillas per il 2-0 che valse un altro trionfo per Madama.
Marcelo Zalayeta, la riserva dai gol importanti
Il rapporto di Zalayeta con la Juventus è sempre stato molto strano e particolare, perché nessuno ha mai visto nel Panterone un possibile titolare per la squadra bianconera, ma allo stesso tempo è sempre stato interpretato come una riserva dal sicuro affidamento e che fosse in grado di risolvere qualsiasi problema.
Il Panterone era l’uomo dei minuti finali, colui che non soffriva la pressione e con una zampata era sempre in grado di poter risolvere la partita più complicata e anche quando vestì la maglia del Napoli non perse il suo animo juventino e da uomo dai gol decisivi.
Due suoi gol valsero per due stagioni consecutive la vittoria dei partenopei al San Paolo contro l’Inter prima di Mancini e poi di Mourinho, trovando così ancora il modo per entrare nel cuore dei tifosi bianconeri.
Zalayeta non sarà sicuramente ricordato per una tecnica eccelsa o per una continuità di rendimento di primo livello, ma è innegabile che il suo apporto alla causa non lo ha mai fatto mancare e il cannoniere della Juventus è stato per tanti anni una riserva affidabile che non ha mai sbraitato o preteso un posto da titolare e che quando serviva ha sempre risposto presente.
Un giocatore che è stato amatissimo da Marcello Lippi e che purtroppo è entrato nella storia della Juventus anche per quell’errore dagli undici metri che è costato la finale di Champions League del 2003 contro il Milan e la sua pessima conclusione dal dischetto era stata davvero fatale.
Una conclusione centrale e facilmente parata da Dida che poteva portare in vantaggio la Signora dopo che Buffon era volata sulla conclusione di Seedorf, ma purtroppo il suo ruolo era quello di ammazza spagnole e quando vedeva le squadre iberiche diventava un vero e proprio torero pronto a matare il toro.