La storia del calcio è stato tante volte macchiato da gesti che ne hanno rovinato questo sport e purtroppo anche i medici hanno fatto il loro.
Nel mondo del calcio sono stati tanti purtroppo i casi di giocatori che in campo hanno deciso di alzare decisamente troppo i toni costringendo arbitri, e alle volte anche le forze dell’ordine, a intervenire per sedare gli animi, ma per fortuna le situazioni sono state davvero poche e quando sono avvenute hanno lasciato il segno.
Le situazioni sono spesso degenerate in occasioni di Coppe prestigiose come quella Intercontinentale e purtroppo i casi in cui si è arrivati a mettersi le mani addosso hanno portato in certi casi a creare dei veri e propri problemi diplomatici come in una finale storica del 1969.
Negli anni ’60 il calcio mondiale stava vivendo uno dei periodi più floridi della propria storia, dimostrando come il football stesse diventando sempre di più uno sport a livello globale e che permetteva di assistere a campioni straordinari in campo e che nascevano da tutti i Continenti.
Le partite di livello erano davvero tantissime e la Coppa Intercontinentale permetteva una volta all’anno di mettere a confronto la miglior squadra europea con la migliore sudamericana per poter dar così vita a una doppia sfida memorabile.
Infatti il formato inizialmente prevedeva una gara da andata e ritorno che prevedeva una partita sia in Europa che in Sudamerica e il vero motivo per cui questa splendida formula venne archiviata fu proprio per le sfide giocate nel Nuovo Continente, con il clima che era troppe volte a dir poco acceso e rovente.
Uno dei casi limite e che portò per un decennio le squadre europee a boicottare il torneo fu proprio nel 1969, anno in cui vi partecipò il Milan per giocare contro l’Estudiantes di La Plata per una partita dal grande prestigio e che a San Siro venne già archiviata grazie a un pesante 4-1 in favore del Diavolo.
In Argentina dunque i padroni di casa ebbero un solo obbiettivo, ovvero quello di picchiare quanto più possibili i giocatori arrivati dall’Italia e il più martoriata di tutti Nestor Combin, sudamericano ormai trapiantato in Europa che era considerato a tutti gli effetti un traditore.
L’Estudiantes vinse per 2-1, ma non bastò per vincere la Coppa e il Milan tornò a casa con il trofeo e anche con le ossa rotte spiegando come non si fosse mai veramente giocato a calcio quel giorno, ma allora voi vi domanderete…perché nel titolo si parla di medici.
L’Estudiantes è una delle squadre più nobili e di spessore di tutto il calcio argentino e la sua derivazione è a dir poco altolocata, infatti la squadra biancorossa venne fondata nell’Università di La Plata nella facoltà di medicina ed è proprio per quello che il nome della squadra è stato dedicato agli studenti.
Inoltre il soprannome della squadra è da sempre i “Pincharratas”, letteralmente la traduzione sarebbe Pugnalatori di topi, nome che sulla carta sembrerebbe molto macabro e davvero poco vicino al mondo della medicina, eppure la reale motivazione era che molti degli studenti di quella facoltà sezionavano e facevano esperimenti medici sui ratti.
Ecco allora il motivo per soprannome che è rimasto ancora oggi e del quale i tifosi dell’Estudiantes vanno tremendamente fieri e orgogliosi, tanto è vero che in moltissimi casi anche i telecronisti e giornalisti sportivi per indicare la squadra di La Plata utilizzano il diminutivo di Pincha.
Per tornare a quella violenta finale del 1969, dove è davvero tragicomica la scena del portiere Poletti che durante la rete del vantaggio di Rivera decise di correre addosso al numero dieci rossonero cercando solo di fargli male senza minimamente pensare a evitare, sono stati storiche e divertenti le frasi Lodetti.
Il faticatore rossonero in un’intervista disse:” Si facevano chiamare studenti, ma non erano poi così tanto colti ma erano dei picchiatori che avevano solamente l’intenzione di picchiare i giocatori in campo.”
Dopo quella finale la Coppa Intercontinentale ebbe un decennio davvero disastroso, perché le grandi squadre europee non volevano più partecipare al torneo perché i vincitori non avevano la minima voglia di rischiare la pelle in stadi dove era veramente complicato riuscire a uscire sani.
La rinascita della Coppa arrivò solamente negli anni ’80, momento in cui il Giappone decise di offrirsi come Paese organizzatore della gara unica del torneo e in questo modo la partita divenne unica, ma che almeno poté ridare al grande pubblico un torneo che ormai stava diventando sempre più violento e meno considerato.
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