Gli infortuni sono sicuramente una triste componente del calcio e dello sport in generale, ma quello che è successo in Israele è terrificante.
Tra i giocatori in campo è normale ed è giusto che ci sia rivalità e agonismo, in modo tale che i vari calciatori possano cercare in tutti i modi di dimostrare il proprio valore, ma il tutto deve sempre rimanere nei limiti della lealtà sportiva e in certi casi anche della legalità.
Quello che è successo in Israele qualche anno fa è davvero incredibile e sconvolgente, tanto che consigliamo ai lettori di non aprire il video se siete delle persone sensibili a certe scene davvero terrificanti, e così un fallo gratuito al centro del campo ha portato alla fine dei sogni di gloria di un giovane calciatore che ha chiuso anticipatamente la carriera.
Tante volte le squadre di calcio hanno a disposizione delle rose davvero molto ampie e lunghe e spesso e volentieri la cosa crea malumore all’interno dello spogliatoio, con tanto giocatori che sono scontenti del loro utilizzo e che vorrebbero essere parte integrante del progetto.
Il fatto però di avere tanti giocatori in rosa permette agli allenatori non solo di poter scegliere di volta in volta la squadra migliore per poter far sì che si possa giocare al meglio tutte le partite, ma anche per potersi tutelare da possibili infortuni che sono sempre dietro l’angolo, pronti a rovinare i piani di partenza della squadra.
Alle volte gli incidenti sono fortuiti e casuali e non c’è possibilità di rimediare alla sorte, perché quando succede bisogna solamente accettarla, sperando di poter tornare in campo più forti di prima e dimostrare di essere stati in grado di rialzarsi.
In altre occasioni invece si tratta di un piano quasi scientificamente studiato a tavolino e quando questo accade la rabbia e la frustrazione diventano tali che non vi è possibilità di ribellarsi e di replicare a tanto orrore e a tanto sdegno.
Quello che successe qualche anno fa nel campionato israeliano nella partita tra Maccabi Haifa e Bnei Yehuda ebbe veramente dell’incredibile e del criminale a tutti gli effetti e i protagonisti della vicenda furono Ruben Rayos e Rafi Dahan.
L’azione si stava svolgendo senza particolari problemi e preoccupazioni sulla linea mediana del campo, quando a un certo punto il centrocampista spagnolo decise di entrare a gamba tesa e altissima nei confronti dell’avversario con la gamba che fece un movimento innaturale andando in mille pezzi.
Il cartellino rosso fu la logica conseguenza, così come il parapiglia generale che ne seguì per diversi minuti, ma la cosa più drammatica fu il risultato finale, ovvero con Dahan che si ruppe il legamento crociato anteriore della gamba in modo irrimediabile e a soli 25 anni dovette dire addio al calcio giocato.
Attribuire a Ruben Rayos la fama di macellaio è forse eccessiva ed esagerata, ma non si può certamente negare il fatto che il centrocampista si sia macchiato di un gesto assolutamente sconsiderato e senza precedenti e se la sua carriera non è decollata deve solo prendersela con sé stesso.
Le qualità del ragazzo erano sicuramente di primo livello, tanto è vero che dopo le giovanili dell’Elche venne addirittura acquistato dal Barcellona che lo inserì nella squadra B senza però riuscire mai a impressionare a tal punto da meritarsi la casacca gloriosa della prima maglia blaugrana.
Dopo alcuni anni passati nelle serie minori spagnole, iniziò a mostrare il proprio valore lontano dalla propria nazione, prima in Grecia all’Asteras Tripolis e poi proprio in Israele al Maccabi Haifa dove, escluso quel drammatico episodio, visse le sue stagioni migliori, segnando ben 17 reti e potendo tornare nel grande calcio, al Sochaux in Francia.
Sarebbe stato bello poter parlare anche di Rafi Dahan, giocatore di qualità del calcio israeliano che era stato da poco mandato in prestito al Bnei Yehuda dal Maccabi Tel Aviv per poter crescere e migliorarsi, ma purtroppo quell’infortunio gli tolse per sempre il sogno più grande della sua vita quando la carriera era in rampa di lancio.
Non si seppe mai perché Ruben Rayos decise di fare quel gesto assurdo e sconclusionato, forse per rabbia o una frustrazione immotivata, ma qualunque fosse la motivazione non è mai ammissibile l’utilizzo di una violenza così grave e gratuita come quella inflitta ai danni del povero Dahan.
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