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Che fine ha fatto Darko Kovacevic? Ha rischiato di morire

Darko Kovacevic è stato uno degli attaccanti della Juve di inizio millennio, ma di recente è stato protagonista di una brutta vicenda.

Nella storia della Juventus sono stati davvero tanti gli attaccanti che sono stati in grado di elevarsi e dimostrare al mondo intero il loro straordinario talento, mentre per qualcun’altro non è stato tutto proprio rose e fiori, ma non per questo motivo non ha avuto lo stesso modo di essere amato e ben ricordato.

Darko Kovacevic è infatti stato uno di quegli attaccanti che non è mai riuscito a imporsi come uno titolare di prima scelta e capace di segnare gol a raffica, ma il suo impegno non è mai stato messo in discussione e quando di recente è stato protagonista di una brutta vicenda tutto il popolo juventino si è fermato per capire che cosa fosse accaduto.

Darko Kovacevic (Ansa Foto)

La Juventus è sempre stata ricca e piena di grandi cannonieri e soprattutto a Torino non hanno mai voluto farsi mancare anche delle riserve di prima qualità, dei giocatori capaci di entrare nel cuore della gente pur non essendo dei titolari inamovibili e facendosi trovare sempre pronti al momento giusto.

Darko Kovacevic è stato inoltre uno di quei giocatori capaci di decidere una gara a Milano contro l’Inter allenata da Marcello Lippi con un imperioso stacco di testa e un pallonetto in corsa che lasciarono di sasso un altro grande ex come Angelo Peruzzi e a quel punto è normale come il suo nome sia ancora ben amato e ben voluto da tutti i tifosi

Il balcanico è stato uno dei giocatori che più di tutti hanno versato sudore per la casacca bai bianconera ogni volta che è sceso in campo e quando terminò la carriera, rimase comunque un giocatore sempre ben impresso nella memoria collettiva, ma il suo futuro si chiamava Olympiacos.

Con i greci del Pireo divenne dirigente fin dal giorno seguente alla fine della propria avventura sul rettangolo verde, ma nel 2020 divenne sfortunatamente protagonista di un bruttissimo incidente.

Mentre si trovava nella periferia di Atene a Glifada, venne avvicinato da una macchina e questi iniziò a sparargli diversi colpi di pistola, non riuscendo a colpirlo fortunatamente, ma causando una seria caduta che lo portò a ferirsi lo stesso a una gamba.

Poche ore dopo la Polizia greca riuscì a ritrovare l’auto del malvivente che era stata bruciata assieme alla pistola per non poter lasciare tracce e la ricostruzione fu che l’attacco era stato a scopo intimidatorio, probabilmente un tifoso poco contento della situazione gestionale del suo club.

Darko Kovacevic, il serbo che ammutolì San Siro

Indubbiamente certe scene e certi avvenimenti segnano profondamente la vita di una persona e non è un caso che da quel momento le strade tra Kovacevic e l’Olympiacos si siano separate, diventando chiaramente impossibile per lui sostenere una situazione del genere.

La sua famiglia è assolutamente la sua priorità e non ci possono essere compromessi da questo punto di vista, anche perché per sua fortuna può dire di aver guadagnato un bel gruzzoletto che gli permette di vivere più che dignitosamente i prossimi anni della sua vita.

In Italia Kovacevic ha vestito le maglie della Juventus e della Lazio, ma se con i biancocelesti è stato una totale delusione, in bianconero riuscì a ritagliarsi un ruolo da prima riserva di lusso diventando un eroe assoluto in occasione di un Inter-Juventus vinto da Madama grazie proprio a una doppietta del serbo.

Non ebbe molti altri momenti di gloria e da questo punto di vista non si può negare che sia stata una mezza delusione, vedendo anche la quantità di gol che poi segnò in Spagna con la Real Sociedad, ma non per questo è stato un giocatore meno amato.

In tante occasioni è fondamentale dimostrare di essere un giocatore capace di andare oltre i limiti tecnici, mettendo in campo tutto sé stesso per poter riuscire a sostituire in certe partite anche campionissimi come Filippo Inzaghi o David Trezeguet.

Il suo più grande rammarico fu lo Scudetto perso nella piscina di Perugia e anche nella stagione seguente fu la Roma a trionfare proprio sotto il naso di Madama, ma per fortuna, dopo quel tremendo spavento Kovacevic è ancora qui presente a poter raccontare gioie e dolori della sua lunghissima carriera.

di
Francesco Domenighini

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