Il terzo portiere è un ruolo che garantisce uno spazio nullo, ma gente come Carlo Pinsoglio è riuscita comunque a fare breccia tra i tifosi.
Carlo Pinsoglio è stato da diversi anni considerato come la vera e propria mascotte della Juventus, un porta fortuna capace di regalare i successi ai bianconeri e pur vedendo il campo con il contagocce ha saputo diventare un idolo della tifoseria.
Il terzo portiere è il ruolo più strano di tutta la squadra perché fondamentalmente, chi accetta quel ruolo è perché sa già che non avrà praticamente nessuna occasione per potersi mettere in mostra e mostrare tutto il proprio valore.
Succede quindi che questo ruolo possa essere affidato a due categorie di giocatori, i primi sono i numeri uno della Primavera che dunque si tengono allenati costantemente con i ragazzi e il settore giovanile, per poi essere chiamati in caso di necessità al grande salto in prima squadra, i secondi invece sono i cavalli di ritorno.
Da quando le lista Uefa prevedono infatti un minimo di giocatori da inserire che provengano dal vivaio, è ormai diventata abitudine richiamare vecchi portieri cresciuti nel settore giovanile per poter essere inseriti in lista come terzo portiere, permettendo così alla squadra di acquistare altri giocatori.
Un ruolo dunque strategico da un punto di vista societario, ma fondamentale anche dal punto di vista di spogliatoio perché spesso e volentieri i terzi portieri sono i primi tifosi della squadra.
Ne è un esempio Carlo Pinsoglio che dal 2017, dopo aver girovagato l’Italia con risultati poco brillanti, è tornato alla Juventus per poter far parte della prima squadra e vincere ben tre Scudetti, riuscendo però a scendere in campo una volta in tutti i campionati da lui disputati.
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Il ragazzo di Moncalieri è un’autentica mascotte della squadra, amato da tutti in rosa che le considerano un amico fidato con il quale confidarsi e dai tifosi che vedono nel suo sorriso e nel suo amore per la Juventus tutto ciò che ci si aspetta dagli amanti del bianconero.
Non solo la Juventus ha avuto dei terzi portieri davvero iconici, perché sarebbe sbagliato non citare anche il predecessore di Pinsoglio in quel ruolo, ovvero Rubinho che anche in quel caso veniva molto amato e rispettato.
Inter e Juve sono rivali da sempre e spesso si dice che “chi si odia si piglia” e infatti anche nella Milano nerazzurra ci sono stati diversi estremi difensori capaci di diventare fenomeni dei social.
Alla Beneamata forse c’è da attribuire la paternità della particolarità di questo ruolo grazie a Paolo Orlandoni, terzo portiere che tornò in nerazzurro dopo anni al Piacenza riuscendo a vincere tutto, ma forse il numero in assoluto fu Tommaso Berni.
Il portiere non ha mai negato di essere sempre stato un acceso tifoso della squadra meneghina e infatti per lui sono state molte di più le espulsioni, ben due in totale, rispetto alle gare ufficiali, dato che non è mai sceso in campo.
Chi invece ha regalato solamente ilarità e poca simpatia è stato Antonio Donnarumma al Milan, considerato un autentico raccomandato in quanto acquistato solamente per poter far rinnovare con il Diavolo il ben più quotato Gigio.
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Insomma, la vita del terzo portiere è davvero strana e particolare, ma senza dubbio molto affascinante, soprattutto per i grandi uomini che l’hanno caratterizzata.
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