Clamoroso scenario per un ex Juve: cacciato senza motivo

Alle volte non basta essere un grande giocatore per poter avere il rispetto del proprio Presidente, anche quando si diventa un allenatore.

La storia è ricca di grandi giocatori che non sono riusciti a sfondare come allenatori, ma in certi casi, come accaduto di recente, forse sarebbe bastato un po’ più di tempo e un po’ più di pazienza per poter fare in modo che le cose andassero per il verso giusto.

Il ruolo dell’allenatore è sicuramente uno dei lavori più precari che esistano sulla faccia della Terra, in particolar modo quando si firmano contratti con dei Presidenti che sembrano non vedere l’ora di esonerare il Mister scelto da loro stessi.

Massimo Cellino è sicuramente uno dei Presidenti più vulcanici ed energici del nostro calcio e ormai da trent’anni bazzica nelle grandi sede del football nostrano e dopo il Cagliari ha deciso ora di continuare la sua esperienza acquistando nel 2017 il Brescia.

L’imprenditore sardo ha deciso di rilevare le Rondinelle con un progetto ambizioso che però ha avuto un rallentamento nel 2020 quando ha subito una dolorosa retrocessione in Serie B e da due anni la Leonessa cerca di tornare nel massimo campionato.

Quest’anno si era affidato a SuperPippo Inzaghi, campione del mondo con l’Italia e d’Europa con il Milan, oltre che grande cannoniere juventino capace di essere decisivo per gli Scudetti del 1996-97 e del 1997-98.

Il tecnico piacentino era arrivato con tutte le migliori intenzioni per poter fare un campionato di vertice e alla fine ce l’ha anche fatta, con le Rondinelle che per diverse giornate sono state in vetta alla classifica e che nell’ultimo periodo hanno però avuto un lievissimo calo.

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Il 2022 era iniziato infatti con una bella vittoria a Reggio Calabria, per poi fermarsi in due occasioni contro Ternana al Rigamonti e Cosenza in trasferta con due pareggi che sono costati la testa dell’allenatore che è stato così esonerato, nonostante fosse al terzo posto a due punti dal Lecce capolista e a uno dal Pisa secondo.

La strana carriera di Filippo Inzaghi da allenatore

Pippo Inzaghi è stato uno degli attaccanti più amati in Italia, capace di fare gol e giocate straordinarie con Atalanta, Juventus e Milan, facendosi apprezzare per la grande voglia di emergere nonostante un non perfetto stile.

Il calcio è sempre stato la sua vita e dunque SuperPippo ha deciso fin da subito di iniziare la carriera da allenatore, ma sfortunatamente, dopo una brevissima parentesi con la Primavera del Milan, venne lanciato subito nella prima squadra rossonera senza la minima esperienza e il fallimento fu la triste, ma logica consguenza.

Ripartì allora dalla C e da Venezia, dove riuscì a riportare i lagunari in B e l’anno seguente sfiorò la promozione entrando nei playoff, meritandosi così il ritorno in A con il Bologna, ma anche in Emilia fu in fiasco.

La maturazione definitiva sembrava essere arrivata con il passaggio al Benevento, dove nella stagione 2019-20 asfaltò la concorrenza ottenendo una promozione in A senza precedenti per la manifesta superiorità dello Stregone, ma nella massima serie ancora tutto storto.

I campani avevano allestito un’ottima squadra e nel girone d’andata si erano ben comportati, prima di crollare nella seconda parte di campionato e retrocedere ancora una volta.

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A Brescia voleva ottenere la terza promozione in carriera e provare nel prossimo campionato a dimostrare di essere finalmente pronto per la A, ma purtroppo la storia lo ha bloccato e il Presidente Cellino ha visto in lui i problemi dei biancoblu lombardi.