Da esubero a perno della Juventus: ecco come Allegri ha cambiato idea su di lui

L’intelligenza dell’allenatore sta nel saper cambiare idea e Allegri ha dimostrato che per la Juve ha potuto contare su un grande rientro.

La Juventus ha cambiato completamente pelle e volto in questo mercato di gennaio acquistando Dusan Vlahovic e Denis Zakaria per poter fare quel salto di qualità verso la zona Champions, ma con i nuovi arrivi Massimiliano Allegri ha potuto trovare anche la nuova posizione per quello che sembrava a tutti gli effetti un esubero.

Massimiliano Allegri Juventus
Fonte/Getty

Il mercato di gennaio è stato fondamentale per la Juventus per poter rimettere in piedi una rosa che aveva dimostrato un gran numero di difficoltà nel corso della stagione e in questo momento i cambi si sono già rivelati estremamente utili.

Dusan Vlahovic e Denis Zakaria sono stati i match winner della gara interna contro il Verona permettendo così di ottenere tre punti che hanno permesso alla Signora di entrare per la prima volta in stagione in zona Champions League.

A cambiare l’assetto dei Madama è stato in particolar modo il centrocampista svizzero che ha permesso una vera e propria rivoluzione tattica con il passaggio al 4-3-3, avendo un interno abile in fase di impostazione ma anche molto bravo in quella di interdizione.

A beneficiarne già dalla prima partita è stato il brasiliano Arthur che messo al centro nel ruolo di regista ha potuto comandare il centrocampo bianconero distribuendo palloni intelligenti per tutta la partita.

L’ex Barcellona era già stato bollato da tanti con troppa fretta come un bidone e anche lo stesso Allegri aveva iniziato a fidarsi poco di lui, tanto da metterlo fuori squadra per un breve periodo a causa di un ritardo in allenamento, ma da quel momento qualcosa è cambiato.

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Il campione del Sudamerica del 2017 con il Gremio ha capito che la sue esperienza con la Juventus doveva prendere tutta un’altra piega e suo rendimento è cresciuto anche grazie alla nuova disposizione tattica.

Arthur, il perfetto regista del centrocampo a tre

Arthur è un giocatore capace di vedere il campo con intelligenza e classe superiore alla media ed è per questo motivo che era un delitto vederlo marcire in panchina nonostante davanti a sé avesse Rodrigo Bentancur, non proprio un fulmine di guerra.

Nel 4-4-2 il brasiliano era estremamente limitato, causa un tipo di gioco che gli imponeva anche una fase di interdizione che non era minimamente nelle sue corde e che quindi ne comprometteva il rendimento.

Con l’ingresso di Zakaria è stato così l’elevetico ad assumersi questa responsabilità e del cambio tattico ne ha beneficiato anche Rabiot che ha potuto esprimersi così al meglio dimostrando tutte le sue sgroppate a centrocampo per effettuare degli strappi di vitale importanza per la squadra.

Arthur non è detto che debba giocare per forza come unico regista, intatti con Locatelli ha mostrato una splendida sintonia e soprattutto l’ex Sassuolo non avrebbe alcun problema a giocare da interno con compiti di regia.

Roberto Mancini ha dimostrato che il suo inserimento in campo in un centrocampo a tre con un regista come Jorginho, con caratteristiche davvero simili ad Arthur, è stata una mossa che ha portato i frutti sperati e solo il rientro di un campione come Verratti ha tolto il posto al neojuventino.

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A gennaio sembrava ormai con la valigia già pronta per partire, qualcuno parlò addirittura di Lazio per un assurdo e svantaggioso scambio con Luis Alberto, ma alla fine è rimasto in quel di Torino e già dalla gara con il Verona ha dimostrato di potersi prendere sulle spalle il centrocampo di Madama.

 

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