Il Pallone d’oro è un premio che ha regalato al mondo dei campioni eccezionali e anche la Juve ha dovuto piegarsi di fronte a uno di essi.
Nella storia del calcio sono stati tantissimi i campioni che hanno per sempre cambiato l’ordine delle cose e uno di questi è stato in grado di realizzare una partita meravigliosa anche contro la Juventus che non ha potuto far altro che applaudire.
Il calcio è uno sport meraviglioso che è stato capace di regalare nella sua storia tantissimi campioni di livello straordinario e che hanno saputo cambiarne per sempre le dinamiche e la propria storia e uno di questi è stato senza dubbio il portoghese Eusebio.
Oggi, giorno che sarebbe stato del suo compleanno, è impossibile non ricordare quello che a tutti gli effetti è stato il primo a permettere di portare il Portogallo al centro del mondo calcistico facendo diventare il Benfica una super potenza negli anni ’60.
Eusebio, tra le sue tante vittime, non poteva non avere anche la Juventus che nel 1968 cercava in tutti i modi di disputare la sua prima finale di Coppa dei Campioni, impresa che a quel tempo era già successa non solo a Inter e Milan, ma anche alla Fiorentina.
La semifinale di quell’anno avrebbe portato una delle due a sfidare il grande Manchester United in quel di Wembley, ma a dominare quella doppia sfida furono le Aquile e soprattutto il suo immenso campione.
José Torres sbloccò il risultato con un gran tuffo di testa e poco dopo fu la Pantera Nera a eludere la difesa bianconera e spiazzare Anzolin con una conclusione potente e precisa.
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Il 2-0 del Da Luz lasciava pochissime speranze di rimonta alla squadra di Heriberto Herrera in vista del ritorno e anche a Torino le cose andarono di male in peggio, con ancora la freccia venuta dal Mozambico a realizzare l’unico gol dell’incontro che mandò il Benfica in finale per la quinta volta in otto stagioni.
Eusebio trascina il Benfica e il Portogallo ai Mondiali del 1966
I campioni sono tali perché sono in grado di trascinare le proprie squadre anche nelle situazioni più avverse, non distinguendo così se si deve scendere in campo con il club o con la nazionale.
Per questo motivo Eusebio fu uno straordinario cannoniere non soltanto con la maglia del Benfica, dove vinse da assoluto protagonista la Coppa dei Campioni del 1962 segnando due gol in finale contro il Real Madrid ricevendo così in dono la maglia di Alfredo Di Stefano, ma fu dominante anche con il Portogallo.
La Seleçao das Qunins si presentava nel 1966 per la prima volta nella sua storia al Mondiale di calcio e nessuno sapeva bene come considerarla.
Indubbiamente i successi del Benfica imponevano grande prudenza nei suoi confronti, ma anche nel 1962 non era arrivata la qualificazione e sembrava dunque essere una grande incompiuta.
In quell’edizione inglese Eusebio, che aveva vinto il Pallone d’oro nel 1965 nonostante la finale di Coppa persa contro l’Inter, divenne totalmente devastante e le sue reti si rivelarono decisive sia ai gironi, dove spazzò via con una doppietta il Brasile campione in carica, che ai quarti di finale dove una sua quaterna permise di rimontare la Corea del Nord.
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Il suo rigore contro l’Inghilterra in semifinale non bastò per rimontare, ma il Portogallo vinse anche la finalina contro l’Unione Sovietica per un terzo posto memorabile ed Eusebio vinse la classifica marcatori con ben nove reti.
Ecco perché è giusto ricordare ancora oggi uno dei più grandi calciatori mai visti nella storia del calcio.