Daniele Rugani sta stupendo tutti per la grande personalità mostrata nelle ultime partite, può essere lui l’uomo del futuro bianconero?
In estate era rimasto fondamentalmente perché non si erano trovate pretendenti capaci di pagare il suo stipendio, mentre adesso Daniele Rugani è stato in grado di prendere in mano la retroguardia della Juventus con grandi prestazioni.
La carriera di Daniele Rugani è stata molto particolare e per certi versi travagliata rispetto alle grandissime aspettative che si avevano nei suoi confronti quando era solamente un ragazzino.
Il debutto in Serie B con l’Empoli avvenne solamente a diciotto anni, dopo che aveva già giocato una stagione prestito nella Primavera della Juventus sempre dagli Azzurri, e con Maurizio Sarri in panchina fu uno dei protagonisti della promozione.
Fece ancora meglio nella stagione successiva, quando all’esordio in Serie A giocò tutte le partite riuscendo non solo a risultare uno dei migliori difensori del campionato, ma non venne nemmeno mai ammonito.
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Questa sua caratteristica piacque molto alla Juventus che decise di riportarlo a Torino e dal 2015 non si è mai mosso da Torino, se non per due prestiti a Rennes e Cagliari nella passata stagione, ma in questi sette anni non è mai riuscito a dare la sensazione di poter essere un giocatore da grande squadra, tanto da non essere mai considerato nemmeno da Roberto Mancini per la Nazionale.
Perché si può ancora puntare su Rugani
In molti anni alla Juventus si è parlato troppo spesso di un giocatore fragile emotivamente e dal carattere debole, ma questo cozza moltissimo con le sue migliori prestazioni con la Signora, dato che nelle due gare con l’Ajax in Champions League nel 2019 risultò assieme a Cristiano Ronaldo uno dei migliori e in queste partite dove la squadra è in emergenza ha ben figurato sia con Inter che con Milan.
Sul talento nessuno lo ha mai discusso, l’abilità tecnica e sotto gli occhi di tutti, ma allora cosa può essere stato a fermare Daniele per tutti questi anni.
Prima di tutto bisogna chiarire che il difensore è un ruolo estremamente delicato, fatto di automatismi da creare con il proprio compagno e senza adeguata capacità di convivere con il partner difficilmente si riesce a emergere.
Rugani alla Juventus ha sempre giocato poco, venendo visto come una riserva nelle migliori delle ipotesi se non addirittura il quarto o il quinto uomo, come nella stagione con Sarri dove era dietro anche a Demiral.
Ecco, questo è il primo punto della crescita di Rugani, il fatto che ormai da tanti anni ha avuto modo di conoscere i vari Chiellini, Bonucci e De Ligt, creando con loro un’alchimia tattica importante e per chi gioca poco non basta certamente una sola stagione.
Daniele inoltre è stato capace di maturare e non poco rispetto a quel ventunenne timidino arrivato nel 2015, perché il difensore deve essere sì un grande marcatore, ma ogni tanto deve far sentire con i tacchetti chi comanda in difesa.
Rugani aveva dunque bisogno di farsi le ossa del mestiere e perdere un po’ quelle movenze da bravo ragazzo che possono salvare un Empoli, ma non fanno vincere i campionati alla Juventus.
Un difensore matura molto tardi, il caso Barzagli ne è uno di quelli più clamorosi, e Rugani quest’anno deve compiere i ventotto anni ed è ancora pienamente in tempo per far ricredere anche i più scettici.
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In questo momento si è preso alla grande la retroguardia bianconero con prestazioni da campione e non avrebbe davvero senso privarsi di un giocatore che è stato aspettato per sette lunghi anni.
Ieri ha panchinato De Ligt, forse per motivi di mercato, ma di sicuro non l’ha fatto rimpiangere e ora il futuro della difesa bianconera potrebbe essere suo.