La Coppa d’Africa è un torneo capace di regalare straordinari momenti di calcio e stranezze e così un terzino diventa un portiere.
Nessuno può pensare che in occasioni di grandi tornei come la Coppa d’Africa possano succedere storie così assurde dove un terzino diventa portiere nella partita più importante della sua nazione.
Ieri sera si è giocato l’ottavo di finale di Coppa d’Africa tra Camerun e Comore e alla fine sono stati i padroni di casa a imporsi per 2-1 battendo così la piccola nazione vera e propria rivelazione del torneo.
Le piccole isole sono riuscite ad arrivare agli ottavi di finale in modo totalmente inaspettato, ma nel giorno più importante della loro storia non aveva portieri a disposizione.
Il Covid aveva negato la presenza di ben dodici elementi della rosa delle Comore e tra infortuni e problemi legati al virus tutti e tre gli estremi difensori sono stati costretti ad alzare bandiera bianca.
La partita non poteva essere rinviata e dunque chi si può mandare in porta?
Senza il titolare Ben Boina infortunato, senza la prima riserva Moyadh Ousseini positivo al Covid e senza il terzo Ali Ahmanda, negativizzatosi ma ancora sotto isolamento è stato scelto per il ruolo di portiere Chaker Alhadhur che di professione fa il terzino sinistro dell’Ajaccio in Ligue 2.
Il difensore ha addirittura dovuto scrivere con il nostro adesivo il proprio numero sulla maglia presa in prestito da un portiere eppure la cosa più incredibile è che non ha per nulla sfigurato.
In occasione dei gol di Toko Ekambi si è visto come il suo modo di buttarsi sia decisamente da giocatore non di campo e anche nel raddoppio di Vincent Aboubakar è stato beffato senza problemi dalla finta dell’attaccante, ma ha anche saputo mostrare una grande parata proprio sul Capitano dei Leoni, capace di respingere di piede un imperioso colpo di testa.
Alla fine le Comore, in dieci per tutta la partita per un dubbio rosso su Abdou, sono state eliminate con un dignitoso 2-1 e Alhadhur è diventato un assoluto idolo nella nazione.
Nella storia è capitato diverse volte che un giocatore di campo prendesse il posto del portiere in quanto era stato espulso e i cambi erano finiti, ma certamente non si era mai vista prima una situazione dove il terzino iniziava già fra i pali.
In Italia i casi più eclatanti sono arrivati a inizio del nuovo millennio, con due giocatori capaci addirittura di parare dei calci di rigore.
Il primo caso fu nel novembre del 1999 quando il neoacquisto del Milan Shevchenko si presentò sul dischetto per calciare un rigore contro il Venezia e nonostante la partita fosse già vinta dai rossoneri il difensore Bilica decise di rovinare la festa all’ucraina intervenendo da assoluto numero uno sulla sua conclusione.
Un secondo caso capitò nella stagione 2004-05 in Coppa Italia tra Lecce e Udinese, con l’espulsione a tempo scaduto di Handanovic che costrinse David Di Michele a entrare in porta con il risultato di 4-5 per i friulani.
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Dal dischetto si presentò Mirko Vucinic e l’attaccante romano, in uno stile molto discutibile, riuscì a respingere di piede salvando il risultato, diventando così il salvatore della Patria per i suoi.
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