Il 23 gennaio è una data molto particolare nella storia recente della Juventus e che fa tremare Allegri per un suo ricorso storico.
La Juventus non ha sempre vissuto anni d’oro come quelli dei nove Scudetti consecutivi, ma ci sono state delle stagioni molto più complicate ben prima dell’arrivo di oggi di Massimilano Allegri e nella giornata di oggi di qualche anno fa arrivò anche un esonero.
Il sogno di ogni società di calcio è quella di creare al proprio interno quanti più possibili giocatori per poterli poi lanciare e dar vita a una grande squadra quasi a costo zero.
Negli ultimi anni il sogno è diventato ancora più grande, dato che si è ampliato questo concetto anche agli allenatori e sicuramente il caso Barcellona con Pep Guardiola ha fatto scuola, talmente tanto che la Juventus già dal 2009 provò a ripeterlo.
Alla fine del 2008-09 venne chiamato Ciro Ferrara in panchina per conquistare la Champions League e i successi del tecnico napoletano contro Siena e Lazio convinsero la dirigenza a ripartire da lui anche per la stagione successiva.
La partenza fu straordinaria con ben quattro vittorie consecutive e la sensazione che la squadra, molto brasiliana grazie alla presenza di Amauri, Felipe Melo e soprattutto Diego, potesse essere la vera antagonista dell’Inter di José Mourinho.
Il progetto però iniziò drasticamente a fallire, con la Vecchia Signora che iniziò a perdere una serie incredibile di punti, con l’apice che arrivò a fine dicembre con la sconfitta interna contro il Catania.
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La panchina del tecnico napoletano era dunque estremamente traballante, ma gli venne data l’occasione di arrivare fino al 23 gennaio, data della gara all’Olimpico di Torino contro la Roma.
Totti e Riise pongono fine all’era di Ciro Ferrara
I giallorossi erano allenati proprio da Claudio Ranieri, tecnico che era subentrato proprio in seguito alla sconfitta della Lupa nella gara interna dell’andata contro i bianconeri, e che quindi si ritrovava per la prima volta da avversario della sua ex squadra.
La Roma era in salute e stava iniziando una rimonta pazzesca che l’avrebbe portata a contendersi lo Scudetto con l’Inter fino all’ultima giornata, ma quel giorno si pensava a uno scatto d’orgoglio bianconero che sembrò arrivare.
La scintilla non poté che partire da lui, il Capitano di mille battaglie, quell’Alessandro Del Piero che sulla sinistra raccolse una palla vagante per calciare al volo uno splendido sinistro che sbatté sul palo della porta Julio Sergio e finì in rete per l’1-0.
Grande entusiasmo dunque in casa juventina, ma la situazione stava per precipitare quando alla Roma venne assegnato un calcio di rigore che Totti trasformò senza esitazione spiazzando Buffon per l’1-1, un risultato che probabilmente non avrebbe accontentato nessuno, ma che sarebbe servito per salvare la panchina di Ferrara.
La situazione precipitò quando il portierone juventino fu costretto a intervenire fallosamente su Riise al limite dell’area venendo così espulso e in dieci contro undici arrivò il crollo.
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Pizarro avanzò praticamente indisturbato sulla destra e crossò al centro proprio per il terzino norvegese che si inserì e colpì di testa da vero centravanti battendo Manninger per l’1-2 che valse tre punti alla Roma e l’addio alla Juventus di Ciro Ferrara.