Come giocatore Andrea Pirlo è sempre stato eccezionale, ma quel giorno ha veramente fatto qualcosa fuori dal normale.
Il 21 gennaio 2012 è una data molto significativa nella storia recente della Juventus, perché quel giorno la squadra vinse il titolo d’inverno dopo anni estremamente complicati e l’uomo della rinascita bianconero fu senza dubbio Andrea Pirlo.
Il campione bresciano stava vivendo una seconda giovinezza in quella stagione e dopo essere stato cacciato dal Milan nell’estate del 2011 aveva un’enorme voglia di rifarsi e di dimostrare che la dirigenza rossonera si era sbagliata sul suo conto.
Quella sera a Bergamo c’era freddo e la tensione era enorme, dato che Antonio Conte non si era lasciato nel migliore dei modi con la piazza nerazzurra dopo le polemiche e la retrocessione del 2010.
L’Atalanta di Colantuono giocava bene e stava disputando una grande stagione da neopromossa e nel primo tempo mise alle corde la Vecchia Signora che si ritrovò in enorme difficoltà, fino a quando non intervenne il genio.
Pirlo prese palla sulla trequarti e servì un delizioso lancio dei suoi a Stephan Lichtsteiner che si inserì perfettamente in area di rigore e in tuffo di testa mise la palla sul primo palo beffando Andrea Consigli.
Pirlo è pronto a tornare in pista: ecco chi lo vuole
Era la rete dello 0-1, il gol che permetteva alla Juventus di esultare per il vantaggio ottenuto e di portarsi poi sullo 0-2 nel finale con un bel destro al volo di Emanuele Giaccherini che valse così tre punti d’oro.
Le squadre si sa hanno bisogno di grandi allenatori e grandi campioni in campo per poter arrivare alla vittoria e troppo spesso ci si dimentica come il materiale umano di calciatori da schierare possa fare grande differenza.
Il successo juventino della stagione 2011-12 è stato in gran parte, giustamente, associato al grande lavoro di Antonio Conte che in pochi mesi ha permesso alla Vecchia Signora di passare dal settimo al primo posto in campionato, ma andiamo con ordine.
Luigi Del Neri nella stagione precedente non era stato sicuramente all’altezza del proprio ruolo, ma il suo centrocampo era formato unicamente da Marchisio e con in aggiunta Felipe Melo e Aquilani.
Il primo visse una stagione forse ancora più negativa della prima, totalmente sfiduciato e per certi versi detestato dalla tifoseria bianconera, mentre il secondo dimostrò ancora una volta tutte le sue belle speranze, che però non venivano mai riproposte realmente in campo a livello di grandi squadre.
Nel 2011-12 dunque Conte poté fare affidamento su Arturo Vidal come diga del centrocampo al posto del brasiliano e soprattutto di Andrea Pirlo in mezzo al campo, dimostrandosi giocatore ancora di classe celestiale e capace pochi mesi dopo di trascinare anche una non eccezionale Italia a una memorabile finale dell’Europeo.
La profezia di Antonio Conte: ve la ricordate? Scopriamo se si è avverata
Insomma, si può dire che il tecnico friulano avrà avuto le sue colpe, ma a ben vedere c’erano anche diverse scusanti.
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