Che fine ha fatto Zdenek Grygera? Dopo la Juventus ha cambiato completamente vita

Zdenek Grygera è stato tra i più amati nel suo trascorso italiano nonostante il brutto periodo e ora si è lanciato in nuove avventure.

Ricordate Grygera? La Juventus ci ha messo diversi anni prima di riprendersi dopo il travagliato periodo legato allo scandalo di Calciopoli e non tutti gli acquisti si sono sempre rivelati all’altezza.

zdenek grygera juventus

Zdenek Grygera è sempre rimasto un po’ nel limbo, terzino dalla grande falcata e dalla grande corsa che però non è mai stato in grado di spiccare pienamente il volo, condizionato molto anche da qualche infortunio di troppo e soprattutto da una squadra non propriamente irresistibile.

Nella stagione 2008-09 è diventato però letteralmente un idolo assoluto dei tifosi, quando un suo colpo di testa a tempo scaduto aveva permesso alla Juventus di pareggiare l’incontro con l’Inter di José Mourinho, impattando così il precedente gol del pareggio di Mario Balotelli.

Dopo quel gol però qualcosa non è più andato nel verso giusto e anche lui ha iniziato a calare nel rendimento e finendo per essere cacciato proprio quando ormai i tempi erano maturi per una grande Juventus che ormai aveva scelto Lichtsteiner come alternativa.

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In campo però si è sempre dimostrato come un giocatore molto intelligente dal punto di vista tattico e questo ha permesso di farlo diventare ben presto uno dei più apprezzati dirigenti del calcio della Repubblica Ceca.

Grygera: dalla Juventus alle difficoltà economiche

Da anni ormai è all’interno dell’organigramma dello Zlin, squadra piccola e con una gestione molto più variabile rispetto alle grandi del campionato, tanto che, dopo essere partito inizialmente come direttore sportivo, oggi ne è diventato non solo direttore generale ma addirittura anche vicepresidente.

Ormai per lui sono un lontano ricordo gli stipendi milionari dei tempi di Ajax prima e Juventus poi e lo stesso Grygera ammise che durante la prima ondata di Coronavirus, tutti nello Zlin decisero di decurtarsi il 30% dello stipendio per permettere alla squadra di non avere eccessiva difficoltà a gestire la mancanza di introiti da parte della mancata vendita dei biglietti.

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Insomma si potrebbe dire dalle stelle dei più grandi stadi d’Europa, alle stalle di una piccola realtà costretta ad acquistare giocatori a basso costo dai più sparuti campionati del mondo per poter sperare di rivenderli a prezzo ben più alto per poter continuare a sopravvivere, ma questo è il bello del calcio e soprattutto questo tipo di esperienza è senza ombra di dubbio più stimolante per quel ragazzo che nel 2009 faceva impazzire l’Olimpico di Torino segnando contro Julio Cesar.

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