Calhanoglu e Cuadrado, nell’ultimo turno di Serie A, hanno realizzato il cosiddetto gol olimpico. Scopriamo come nasce questa definizione.
L’ultima giornata di Serie A ci ha regalato due big match a fuoco altissimo: Roma-Inter e Napoli-Atalanta. Sul prato dell’Olimpico è andato in scena il primo faccia a faccia tra Mourinho e la sua ex squadra; serata amarissima per il tecnico portoghese, sconfitto con un netto tre a zero. Al Diego Armando Maradona, invece, i ragazzi di Gasperini hanno detto come siano una seria candidata per la vittoria dello scudetto.
Il sedicesimo turno di campionato ci ha regalato due autentiche perle; stiamo parlando dei gol realizzati, direttamente da calcio d’angolo, da Calhanoglu e Cuadrado. Se la rete del turco ha visto l’evidente complicità di Rui Patricio, quella del colombiano potrebbe tranquillamente essere la più bella di tutto il campionato. Due veri e propri gol olimpici. Ma da dove nasce questo termine?
Calhanoglu e un gol olimpico che ha quasi cento anni
Il termine gol olimpico è diventato, ormai, di uso comune nel vocabolario calcistico; una definizione che nasce nel 1924 quando, a Buenos Aires, l’argentino Juan Onzari segnò direttamente da calcio d’angolo. Un match, tra Argentina e Uruguay, organizzato per celebrare la vittoria dell’oro olimpico da parte della Celeste, proprio nel 1924, a Colombes, comune francese che si trova nella zona nord-ovest dell’hinterland di Parigi.
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Negli ultimi dieci anni di Serie A sono stati realizzati solo sei gol olimpici; nell’ultimo weekend ne abbiamo visti addirittura due. Prima Calhanoglu, poi Cuadrado. Due giocatori diversi capaci di segnare direttamente da calcio d’angolo ed entrare in una speciale classifica che comprende, tra gli altri, Pulgar. Dal 1924 al 2021; la storia del gol olimpico parte da Buenos Aires e termina, per il momento, all’Allianz Stadium. Ora l’attesa è per chi sarà il prossimo giocatore ad onorare la memoria di Juan Onzari.